La Polizia di Stato arresta il suo compagno
Lui quarantenne, lei trentasettenne con una figlia, entrambi con alle spalle precedenti storie sentimentali fallite si incontrano sul posto di
lavoro e scoppia la scintilla.
Passa poco tempo ed i due decidono di iniziare una convivenza ma è proprio tra le mura domestiche che l'uomo rivela la sua vera
natura.
All'esterno apparentemente amorevole si trasforma in casa in uomo violento costringendo la propria compagna a dover ricorrere troppo spesso alle
cure del pronto soccorso.
Gli investigatori della Squadra Mobile proprio dalla direzione aziendale dell'ambiente di lavoro della coppia ricevono le prime segnalazioni.
La donna infatti si era lasciata andare a qualche confidenza con colleghe che chiedevano spiegazioni sui lividi che presentava in viso, sul corpo e
sul polso rotto.
La Polizia di Stato avvia le indagini, recupera i referti medici della donna che confermano diverse lesioni, frattura del polso, trauma cranico,
trauma toracico, succedutesi in un lasso di tempo troppo breve ma tutte ricondotte falsamente a cause accidentali.
La causale dei referti non convince gli investigatori che decidono di sentire la donna.
Lei nega ogni violenza da parte del convivente e lo descrive come una persona meravigliosa cercando anzi la complicità dei parenti dell'uomo
per rafforzare la sua tesi e continuare a coprirlo.
Partono le intercettazioni che consentono di far emergere il vero dramma della donna vittima del suo compagno e della paura di denunciarlo.
La giovane ha subito in silenzio le violenze del convivente, sottomessa dal terrore di reazioni ancor più forti dell'uomo, capace di tutto
anche in presenza della minore.
Questa mattina personale specializzato della Squadra Mobile ha messo fine alle angherie dell'uomo dalla doppia personalità che, ora
costretto agli arresti domiciliari presso l'abitazione dei genitori, dovrà rispondere di maltrattamenti in famiglia.
Fondamentale nella rapida risoluzione del caso la determinazione dell'Autorità Giudiziaria.
Il Procuratore Capo Dr. De Falco ha seguito in prima persona le indagini, autorizzando immediatamente tutti gli strumenti investigativi necessari
che hanno poi consentito al G.I.P., D.ssa Marzano, di emettere il provvedimento restrittivo.