Polizia di Stato e Guardia di Finanza eseguono altre tre ordinanze di custodia cautelare in carcere e diverse perquisizioni
Questa mattina sono state eseguite dalla Squadra Mobile di Frosinone e dal Nucleo Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Frosinone tre
ordinanze di custodia cautelare in carcere .
Nel prosieguo dell'operazione sono state, inoltre, denunciate ulteriori 14 persone per concorso in corruzione che porta a 45 il numero complessivo
degli indagati.
Le misure vanno, quindi, ad aggiungersi alle altre 15 già eseguite lo scorso 11 febbraio con le quali era stata individuata e smantellata
un'associazione criminale che a fronte di erogazione di tangenti cancellava, per centinaia di migliaia di euro, debiti che lo Stato vantava nei
confronti dei contribuenti.
A finire oggi nella rete degli investigatori un trentaquattrenne romano dipendente dell'Agenzia delle Entrate di Roma che materialmente accedeva
nel sistema informatico per manomettere le cartelle.
In particolare l'impiegato, su indicazione dell'altro dipendente precedentemente arrestato, entrava nel sistema informatico, in uso all'Agenzia
delle Entrate, e provvedeva allo sgravio delle cartelle in "autotutela" o inseriva l'esistenza di un ricorso che sospendeva la pretesa
erariale.
Coinvolto anche un cinquantasettenne romano commercialista che all'interno dell'organizzazione procacciava i clienti in ragione della sua
conoscenza delle posizioni debitorie di questi, nonché un cinquantacinquenne sempre romano commerciante, già detenuto nell'ambito
della stessa indagine, anche quest'ultimo con il ruolo di procacciatore di clienti.
Gli arresti di oggi infliggono un ulteriore decisivo colpo all'associazione a delinquere nella quale hanno avuto un ruolo preminente un quarantenne
di origine calabrese, impiegato dell'Agenzia delle Entrate che approfittando della sua posizione riusciva ad acquisire, mediante l'illegittimo
accesso al sistema informatico, i dati di debiti erariali dei "clienti" dell'organizzazione per poi preparare la falsa documentazione con timbro a
secco e carta intestata dell'Agenzia delle Entrate attestante lo sgravio o la cancellazione del debito erariale.
Mente dell'organizzazione, un cinquantatreenne napoletano che manteneva le fila di tutta l'illecita attività, con il compito di procacciare
imprenditori con debiti tributari ed erariali ai quali prometteva la cancellazione a fronte di pagamenti di somme di gran lunga inferiori a quelle
dovute.
L'indagine ha permesso di accertare che la percentuale da corrispondere si aggirava intorno al 20/30 % degli importi dovuti: in un caso per una
cartella esattoriale di 200.000 euro è stato richiesto un corrispettivo di 40.000 euro.
Sempre quest'ultimo stabiliva le modalità di spartizione tra i vari complici delle somme indebitamente percepite.
L'organizzazione smantellata si avvaleva di una rete di procacciatori piuttosto fitta ed articolata e coinvolgeva anche studi di commercialisti
oltre ad imprenditori e commercianti di varie regioni d'Italia, situate per lo più nel Lazio, in Umbria ed Abruzzo.
Fino ad oggi sono state eseguite 71 perquisizioni nei confronti di altrettanti complici, tutti debitori, che hanno illecitamente richiesto e/o
ottenuto la cancellazione o lo sgravio delle loro pendenze debitorie, nei cui confronti pende l'accusa di corruzione.
Le persone arrestate dovranno rispondere di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, concussione, falso ed accesso abusivo a sistema
informatico.