La Polizia di Stato mette fine ad un’opera persecutoria che durava da circa due anni
Tutto è cominciato nell'inverno del 2010 quando un quarantaquattrenne del capoluogo inizia una relazione sentimentale con una donna di nove
anni più giovane di lui.
La storia d'amore dura circa quattro mesi finché l'uomo non decide di lasciarla.
La donna però non si rassegna e cerca di farlo desistere da quella decisione che però diventa irrevocabile.
A questo punto la trentacinquenne comincia la sua opera persecutoria: iniziano le telefonate minacciose a qualsiasi ora del giorno e della notte,
sempre da utenze diverse, gli sms, i pedinamenti ed i danneggiamenti all'autovettura dell'ex fidanzato.
I numerosi inviti a farla desistere non solo risultano inutili, ma, al contrario, ogni tentativo di chiarimento degenera in liti furibonde.
La donna importuna il suo ex anche sul luogo di lavoro, costringendolo a modificare le quotidiane abitudini ed i luoghi abitualmente
frequentati.
L'uomo comincia, quindi, a preoccuparsi e presenta un esposto presso la Questura di Frosinone.
Gli uomini dell'Ufficio Prevenzione Generale si mettono subito in moto e, dopo mirati controlli di Polizia, accertano che la donna ha minacciato il
suo ex anche davanti a persone estranee alla vicenda ed in luoghi pubblici.
L'ulteriore attività informativa ed investigativa, effettuata presso i vicini di casa della vittima delle persecuzioni da parte dei
poliziotti, porta a scoprire che la donna è stata spesso vista frugare nella cassetta delle lettere dell'uomo e che è anche entrata
nell'abitazione di quest'ultimo, usando duplicati di chiave forse ottenuti all'epoca del rapporto sentimentale.
Dopo la scoperta di questi fatti alla donna viene quindi notificato un procedimento di ammonimento che, però, non serve a fermarla, anzi la
indispone ancora di più.
Lo scorso mese di giugno, infatti, l'uomo trova danneggiata anche la sua abitazione al mare e riceve una telefonata da parte della sua ex che si
vanta del gesto.
I poliziotti fanno i necessari riscontri e dopo un'accurata attività d'indagine, estesa anche alle utenze cellulari in uso alla donna, che
consente di "mappare" i suoi spostamenti, riescono ad ottenere un quadro preciso della situazione ed i necessari elementi per poter
procedere.
La trentacinquenne viene, quindi, denunciata per stalking.