Rubavano e rivendevano i mezzi a due ruote ai malcapitati cittadini
Sottraevano biciclette ad ignari cittadini per poi rivenderle presso dei rigattieri locali, esibendo documenti intestati ad inconsapevoli parenti.
Questo è quanto avvenuto a Sora dove i poliziotti del Commissariato di Pubblica Sicurezza hanno stroncato sul nascere un'attività di
vendita illecita di biciclette che ha visto protagonisti cinque minorenni tutti di Sora, con età compresa tra i 16 ed i 17 anni, intenti a
realizzare un vero e proprio business delle biciclette rubate.
Nelle scorse settimane a seguito delle numerose denunce dei furti consumati nella zona, gli investigatori della Polizia di Stato hanno attivato una
serie di indagini tese a rintracciarne gli autori.
Grazie alla segnalazione di uno dei proprietari che ha riconosciuto la sua bicicletta esposta in bella mostra presso un rigattiere della zona, gli
agenti della Sezione Volanti hanno recuperato tre biciclette poste in vendita.
L'uomo, quello stesso giorno, aveva denunciato il furto di altre due biciclette e sempre nella stessa giornata, presso gli Uffici del
Commissariato, anche altre persone avevano presentato denunce simili.
Il rigattiere, alle domande dei poliziotti riferiva che nei giorni precedenti alcuni giovani gli avevano portato in conto vendita alcune biciclette
esibendo documenti intestati a maggiorenni.
Dalla comparazione delle descrizioni fornite sugli autori dei furti, con la collaborazione della titolare di uno dei documenti utilizzati dai
giovani, la Polizia di Stato ha identificato il gruppo dei cinque giovani che avevano rubato ben sette biciclette parcheggiate sotto i portici di
alcuni di Sora. L'intento era di venderle, traendone un guadagno complessivo di 125,00 Euro.
Tre biciclette sono state rinvenute e sottoposte a sequestro nell'immediatezza, due sono state fatte ritrovare ai proprietari (probabilmente dopo
aver saputo delle denunce sporte), mentre altre due sono ancora da rinvenire.
I ragazzi, tutti minorenni, inizialmente hanno respinto le accuse dichiarando di aver ricevuto le biciclette da altri ragazzi di nazionalità
marocchina, addossando e scaricando a questi la responsabilità del fatto. Alle domande incalzanti dei poliziotti ed in presenza dei loro
genitori, i giovani hanno confessato aggiungendo che, per vendere le biciclette, si sarebbero serviti dei documenti di ignari parenti peraltro
avuti con la scusa di dover fare acquisti su internet.
I giovani "ladri di biciclette" sono stati dunque denunciati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Roma con l'accusa
di furto aggravato in concorso.