L’attività info - investigativa espletata dagli uomini dell’ufficio volanti della Questura di Frosinone trae origine da una denuncia di smarrimento della propria carta di credito, presentata nel mese scorso, presso l’ufficio denunce, da una donna residente nel capoluogo.
Come accertato, la carta era stata utilizzata per effettuare alcuni pagamenti, in rapida successione, di importo inferiore a 25,00 euro.
La malcapitata aveva dichiarato di aver personalmente usato la carta per alcuni acquisti presso un negozio nella parte bassa della città, per poi accorgersi, qualche minuto dopo, di aver smarrito la pochette al cui interno custodiva il portafogli con i documenti e la carta di credito. In quel frangente, riceveva un messaggio di “alert” sul proprio telefonino da parte della banca, relativo all’uso indebito della carta di pagamento, che subito bloccava.
Poco dopo la stessa veniva contattata tramite alcuni messaggi chat su una piattaforma internet da una persona che riferiva di essere un tassista di Frosinone e che la sua carta era stata usata da due suoi clienti, i quali salivano sul taxi presso la Stazione Ferroviaria per poi terminare la corsa nei pressi della Villa Comunale.
Nei messaggi il tassista raccontava l’accaduto con dovizia di particolari sul contenuto del portafogli, affermando di aver avuto sospetti sull’utilizzo della carta ma di averla comunque accettata per “non perdere la corsa”, riferendo altresì di aver anche visto i due giovani, di cui forniva vaghe descrizioni, gettare il portafogli in una cassetta delle poste nei pressi della Villa Comunale.
Il tenore dei messaggi inviati ha suscitato sin da subito nei poliziotti dei sospetti, soprattutto uno in particolare, nel quale, autocelebrando il suo “ senso civico” , rinfrancava la vittima di non aveva perso tanti soldi, ma poco più di “cento euro”..
Queste parole lasciavano intendere chiaramente come il malfattore già fosse a conoscenza delle numerose transazioni effettuate con quella carta.
Dalle risultanze investigative, nonché dai vari riscontri incrociati, effettuati tramite la società estera che gestisce il Pos mobile, attraverso cui sono stati effettuate le indebite transazioni, è infatti emerso come lo stesso fosse intestato al tassista, che aveva effettuato nel giro di qualche minuto ben 9 “strisciate” di pagamento con la carta della malcapitata.
Soltanto le prime sei transazioni erano andate a buon fine, perché le restanti tre avvenivano successivamente all’intervento del blocco automatico della carta stessa.
Il tassista è stato denunciato all’A.G. competente per ricettazione ed indebito utilizzo di carte di credito.