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Siglato il “Protocollo Zeus” tra Polizia di Stato e A.S.L. di Frosinone.

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protocollo zeus

Questa mattina il Questore di Frosinone, Domenico Condello, e il Direttore della A.S.L. di Frosinone, Angelo Aliquò, hanno sottoscritto il protocollo “ZEUS” promosso dal Ministero dell’Interno - Direzione Centrale Anticrimine, che ha lo scopo di diffondere le buone prassi finalizzate ad implementare la capacità di contenimento e gestione delle violenze relazionali e dei rischi di vittimizzazione.
Obiettivo principale delle istituzioni coinvolte nel protocollo è quello di anticipare la soglia di protezione, intercettando i comportamenti che integrano i cosiddetti reati “sentinella”, per impedire che vengano portati a più gravi conseguenze, riducendo il rischio di recidiva, secondo una strategia condivisa tra la Questura di Frosinone e la ASL di Frosinone.
Il protocollo nasce dalla necessità di mettere in atto, nell’ambito del Progetto europeo denominato ENABLE (Early Network – based Action against abusive Behaviours to Leverage victim Empowerment - REC - RDAP - GBV – AG – 2020), quelle prassi che si pongono come obiettivo il recupero dei soggetti maltrattanti, con radicati problemi nelle relazioni interpersonali, prassi che costituiscono un modello d’azione innovativo ed efficace, che va ad ampliare il raggio d’azione dell’Ammonimento del Questore. 
Le prassi individuate dal protocollo europeo sono state integralmente recepite dal legislatore italiano, che ha   integrato le disposizioni legislative con norme tese al  recupero del maltrattante, come inserito nell’art.3 comma 5 bis della Legge 15 ottobre 2013 n. 119, che stabilisce: “quando il Questore procede all’ammonimento (…), informa senza indugio l’autore del fatto circa i servizi disponibili sul territorio inclusi i consultori familiari, i servizi di salute mentale e i servizi per le dipendenze (…), finalizzati ad intervenire nei confronti degli autori di violenza domestica o di genere” stabilendo così la necessità di “prendersi carico anche di chi agisce con violenza” 
L’ammonimento resta uno strumento importante perché, prima di avviare un procedimento penale, permette di intervenire sul soggetto maltrattante, evidenziando il disvalore sociale e penale della condotta adottata. E’ una sorta di avvertimento rivolto all’autore di determinate azioni, riconducibili alla violenza domestica e agli atti persecutori, rispetto al fatto che quello che sta accadendo è inaccettabile e pericoloso. 
Con il protocollo Zeus, quindi, oltre all’azione inibitoria rispetto alla reiterazione di determinati comportamenti che l’ammonimento  si prefissa, si aggiunge un ulteriore strumento, che prevede per l’autore delle condotte censurate di intraprendere un percorso di “rieducazione”. 
Il ciclo di incontri è tenuto da un team di esperti composto da professionisti specializzati nel trattare le persone con problemi relazionali, incardinato nel Dipartimento di Salute Mentale e Patologie da Dipendenza della  ASL di Frosinone, diretto dal dr. Filippo Morabito .
Grazie a questo supporto, totalmente gratuito e volontario, l’ammonito può sperare in un cambiamento profondo che possa farlo desistere dal reiterare condotte vessatorie e violente. 
Infatti il soggetto maltrattante, nel corso dei colloqui previsti dal ciclo riabilitativo, ha la possibilità di riflettere e ricostruire, sul piano emotivo e cognitivo, le vicende che lo hanno condotto a porre in essere i comportamenti violenti, e quindi favorire la consapevolezza del disvalore sociale e della lesività degli atteggiamenti prevaricatori.
Pertanto, secondo quanto riportato nel protocollo Zeus siglato questa mattina, da ora in avanti, in sede di notifica dell’Ammonimento, al soggetto maltrattante  verrà fissato un appuntamento con il Servizio di salute mentale e cura delle dipendenze della Asl di Frosinone, per intraprendere il percorso che ha lo scopo di migliorare la gestione delle emozioni.
Attraverso i risultati forniti dalle “best practice”, infatti, si è potuto comprendere come un intervento precoce all’inizio della spirale di violenza è fondamentale se poi, come dimostrato dalle prime azioni intraprese in questa direzione, riesce a prevenire la degenerazione di comportamenti vessatori, affinché colui che li ha commessi possa acquisire consapevolezza delle proprie azioni ed impegnarsi a non ripeterle ancora.
Per l’occasione sono intervenuti  anche il Dirigente della Divisione Anticrimine dr. Antonio Giordano e l’Ispettore Cristian Saccucci.


04/07/2023

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