Il rinnovamento dei distintivi di qualifica si ispira alla volontà di dare ancora più completa realizzazione, anche da un punto di vista formale e simbolico, al principio delineato dal legislatore con la Legge 121 del 1981: rendere la Polizia di Stato unica forza, a competenza generale e ordinamento civile, espressione dell’Autorità di Pubblica Sicurezza.
I nuovi segni distintivi sono coerenti con le recenti revisioni dei ruoli che hanno tra l’altro introdotto la nuova figura apicale del “coordinatore” nei vari ruoli, con maggiori responsabilità, e sono tutti caratterizzati dall’inserimento dell’aquila dorata, simbolo della lotta e della vittoria sul male, che tende ad esaltare la condivisione da parte di tutti gli appartenenti al Corpo - indipendentemente dalla qualifica posseduta – degli elevati valori di giustizia, etica e moralità che ispirano l’operato di ogni singolo operatore ed al tempo stesso della Forza di Polizia nel suo complesso.
Ciascuna posizione gerarchica è contraddistinta da un elemento peculiare che ne rappresenta l’essenza: il plinto araldico individua gli Agenti e gli Assistenti, identificando il personale maggiormente presente sul territorio, prima rassicurante presenza per il cittadino; il rombo dorato individua il ruolo dei sovrintendenti, espressione del connubio tra dinamismo operativo ed esperienza; il pentagono dorato caratterizza gli ispettori, ruolo a “sviluppo direttivo”, sintesi di dinamismo operativo e profonde competenze tecnico - giuridiche.
Tra gli elementi che individuano la carriera dei funzionari, a “sviluppo dirigenziale”, assume rilievo la formella dorata, simbolo del nostro Paese anche quale custode di un inestimabile patrimonio di civiltà.
Il motto storico della Polizia di Stato “Sub Lege Libertas” è riprodotto infine nei distintivi delle qualifiche dei Funzionari e dei Dirigenti da Commissario Capo in su.