Questura di Forlì Cesena

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Bancomat clonati

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Nuovi arresti

A distanza di appena tre settimane dall'ultimo episodio accaduto in città, ieri pomeriggio gli investigatori della la Squadra Mobile della Questura di Forlì-Cesena hanno arrestato altri due cittadini stranieri, nella flagranza di reato di installazione di apparecchiature atte ad intercettare, impedire o interrompere comunicazioni informatiche o telematiche nonché porto di strumenti atti ad offendere. La volta precedente erano stati arrestati, per i medesimi reati, tre cittadini bulgari, in Italia senza fissa dimora, tutti incensurati. Le indagini avevano preso le mosse dalla denuncia contro ignoti, sporta da una banca di Forlì, per l'avvenuta clonazione di 21 carte di credito o debito in danno di altrettanti clienti, cui erano seguiti pagamenti e prelievi fraudolenti di denaro contante, effettuati presso istituti di credito ed esercizi commerciali canadesi e bulgari. All'esito di serrate indagini, i poliziotti erano riusciti a sorprendere uno dei tre mentre rimuoveva dallo sportello bancomat di una filiale forlivese, un'apparecchiatura c.d. skimmer, atta a catturare i dati delle tessere magnetiche e dotata di micro-camera per rilevarne i codici segreti e, quindi, dopo un inseguimento, a catturare gli altri due complici, che erano rimasti nei pressi della banca. Ieri mattina, a seguito di una pronta comunicazione da parte di un'altra banca del Centro di Forlì, il cui personale aveva notato persone sospette nei pressi dello sportello Bancomat, gli investigatori hanno rinvenuto, sul predetto sportello automatico, un altro "skimmer", idoneo alla lettura dei dati sensibili degli ignari clienti che effettuavano operazioni di prelievo di contante. Gli immediati servizi di osservazione ed appostamento hanno consentito, quindi, di scoprire due individui, anch'essi cittadini bulgari, rispettivamente di 26 e 25 anni, i quali controllavano l'edificio bancario, in evidente attesa del momento propizio per la rimozione dello strumento. L'immediato fermo e controllo dei sospettati (da pochi giorni giunti in Italia e senza fissa dimora), anche presso il temporaneo domicilio della coppia, sito in un albergo situato nelle vicinanze dell'istituto bancario, nonché l' acquisizione delle immagini relative alle fasi "calde" del delitto, hanno permesso di acquisire stringenti elementi di prova, in particolare altre apparecchiature elettroniche, un computer portatile e strumentazioni per la navigazione in rete Internet, utili per la trasmissione dei dati catturati ad altri probabili complici, verosimilmente all'estero, incaricati della materiale clonazione degli strumenti di pagamento. Gli arrestati si trovano ora in carcere, a Forlì, disposizione dell'A.G.
02/07/2010

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