Disarticolato un sodalizio criminale di etnia cinese, dedito al favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione,
attraverso la gestione di case per meretricio amministrate a distanza con sistema telefonico tipo "call-center" nonché al favoreggiamento
dell'immigrazione clandestina e reati connessi.
La Squadra Mobile della Questura di Forlì-Cesena, a conclusione di un'articolata e complessa indagine
iniziata dal mese di novembre 2009, effettuata anche con l'ausilio di presidi tecnologici, ha ottenuto dal G.I.P. del Tribunale di Forlì, su
conforme richiesta del P.M., otto ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico di cittadini cinesi, quasi tutti in regola con le norme sul
soggiorno, personaggi più attivamente impegnati in seno al sodalizio.
L'indagine, attivata in concomitanza all'improvvisa e contemporanea comparsa, su quotidiani e settimanali di annunci
economici a diffusione locale e provinciale, di inserzioni dall'inequivocabile contenuto, relativi a prestazioni effettuate presso "centro
massaggi orientali", ha permesso di ricondurre ai medesimi soggetti otto appartamenti (sette in Forlì ed uno a Cesena), all'interno dei
quali sono stati effettuati mirati interventi che, nel tempo, hanno permesso di identificare numerose prostitute cinesi, quasi tutte
clandestine.
Complessivamente sono state denunciate all' A.G. 35 persone, di cui 17 in stato di arresto, a vario titolo per i
reati di Associazione a delinquere, Favoreggiamento e Sfruttamento della prostituzione, Favoreggiamento dell'immigrazione
clandestina e violazione alla normativa inerente la cessione a stranieri di unità abitative, Ricettazione, Sostituzione di
persona e Falso (delitti questi relativi all'utilizzo di falsi documenti identificativi al momento della locazione) ed altri reati
connessi, afferenti a violazioni della normativa sull'immigrazione.
L'attività indagatoria ha consentito di individuare, per ciascuno di esse, un ruolo ben distinto nell'ambito
di un medesimo disegno criminoso, e poter pertanto distinguere tra:
- gli incaricati della locazione, i quali si qualificavano alle controparti spesso esibendo documenti
falsificati;
- gli addetti alle inserzioni per il tramite di agenzie pubblicitarie locali e regionali, collegate a quotidiani e
settimanali di ampia diffusione sul territorio;
- le incaricate della gestione telefonica dei clienti, le quali, a distanza, e
principalmente dalla città di Reggio Emilia, mediante altra utenza con sistema tipo "call center", avvisavano in tempo reale la
prostituta della presenza del cliente in strada, ordinando l'apertura della porta e conteggiando le prestazioni e gli incassi;
- i gestori diretti dell'appartamento e dell'alternarsi delle prostitute ivi collocate, nonché della
riscossione dei proventi e fornitura dei generi di sussistenza.
Secondo quanto accertato nel corso delle investigazioni, all'interno degli appartamenti le prostitute si alternavano
a cadenza tri-settimanale, con periodi di riposo coincidenti con il sopraggiungere del ciclo mestruale, e comunque alternate nei diversi
appartamenti disponibili, in modo che ciascuna di esse non rimanesse stabilmente nello stesso appartamento più di un "turno". Le donne
venivano reperite mediante annunci su quotidiani in lingua cinese, quindi la loro partecipazione era su base volontaria a fronte di un introito
netto garantito stabilito nel 33% degli incassi derivanti dalle loro prestazioni sessuali. La prostituta rimaneva costantemente in contatto con il
centro di gestione, ove confluivano le chiamate da parte dei clienti (le utenze reclamizzate erano infatti nella disponibilità non delle
prostitute ma di telefoniste capaci di intrattenere rapporti in lingua italiana); il "centro" impartiva indicazioni ai clienti per raggiungere il
luogo del meretricio, quindi ordinava alla meretrice l'apertura della porta non appena il cliente, con una seconda chiamata telefonica, segnalava
di aver raggiunto l'indirizzo indicato. Al termine di ogni rapporto sessuale la prostituta dava conferma dell'incasso, così da conteggiare
in tempo reale le sue spettanze. Ciascun appartamento poteva rendere, mediamente, nove/dieci mila euro mensili, con picchi giornalieri fino a 1.200
euro, accertati mediante il conteggio diretto dei clienti effettuato con lunghi servizi di appostamento. Le prestazioni avevano un prezzo variabile
tra i 30 e i 100 euro, in base alla "performance" richiesta, ma anche dall'andamento dell'attività (nei momenti di minore afflusso si
è riscontrata una maggiore disponibilità allo "sconto", sempre comunque avvallato dal "centro" e mai deciso dalla prostituta).
Negli ultimi giorni si sono svolte le operazioni di ricerca a cattura, da parte della Squadra Mobile, con la
collaborazione degli omologhi Uffici delle Questure di Reggio Emilia, Milano, Bari, Padova, La Spezia, Bergamo, Mantova e Bologna, con l'impiego di
svariate unità operative, che hanno controllato decine di luoghi adibiti a "case d'appuntamento" ovvero "dormitori" di stranieri orientali,
con la contestuale identificazione ed espulsione di 13 clandestini, non coinvolti nelle indagini ma rintracciati nell'ambito di questa
attività operativa.
Sono tutt'ora in corso le ricerche di quattro soggetti sfuggiti alla cattura.
Riassunto dei dati operativi:
-
17 persone arrestate, a vario titolo, per i più gravi delitti in contestazione ed altri
afferenti la normativa sul soggiorno degli stranieri.
- 18 ulteriori persone
segnalate all'autorità giudiziaria a vario titolo per i delitti di associazione a delinquere, favoreggiamento e sfruttamento della
prostituzione, favoreggiamento all'immigrazione clandestina, ricettazione, sostituzione di persona, falso materiale e altri delitti in materia di
immigrazione;
- 8 appartamenti
dedicati all'esercizio del meretricio individuati nella provincia di Forlì-Cesena; la rete immobiliare comprendeva comunque numerosi altri
appartamenti (almeno altri nove), ubicati nel centro Nord Italia, che sono stati oggetto di separate investigazioni da parte degli organi di
Polizia territoriali;
- 19 prostitute
individuate e coinvolte nello sfruttamento;
- 28 provvedimenti di
espulsione eseguiti.
Operazione “Sex in the City”, in carcere otto sfruttatori cinesi
01/06/2011