Catturato l'ultimo componente di una pericolosa banda specializzata in assalti ai Bancomat. Il risultato giunge a
coronamento di un'intensa attività d'indagine, della quale si richiamano le fasi precedenti.
Già nel mese di Giugno 2010, all'esito di attività d'indagine condotta dai poliziotti della Squadra
Mobile della Questura di Forlì-Cesena, il G.I.P. presso il Tribunale di Forlì, su richiesta avanzata dalla locale Procura della
Repubblica, aveva emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di due pregiudicati laziali, un 47enne ed un 50enne,
poiché ritenuti gravemente indiziati, in concorso, di detenzione di congegni micidiali ad effetti esplosivi (consistenti in due bombole di
ossigeno ed acetilene, usate per far esplodere gli sportelli Bancomat), di possesso di chiavi alterate o grimaldelli (poiché colti in
possesso strumenti di effrazione) nonché di favoreggiamento personale, di procurata inosservanza di pena, edi procurata inosservanza di
misure di sicurezza detentive (per aver aiutato un terzo complice, fratello di uno dei due, una volta evaso da arresti domiciliari, ad eludere le
investigazioni e ricerche dell'Autorità e sottrarsi all'esecuzione della pena, nonché aiutandolo a nascondersi, essendo sottoposto a
misura di sicurezza detentiva.
I fatti erano stati accertati a seguito dell'intensificazione dei servizi di controllo del territorio, in orario
serale notturno, svolti allo scopo di prevenire e reprimere delitti contro il patrimonio, alla luce di alcuni episodi che avevano interessato la
provincia di Forlì-Cesena nonché quelle limitrofe, con particolare riferimento ad assalti notturni a casseforti di esercizi
commerciali e sportelli bancomat, segno che questo territorio era diventato obiettivo di bande specializzate nel settore criminale.
Proprio nel corso di uno di tali servizi, era stato notato un veicolo, di proprietà di un pregiudicato laziale
con precedenti specifici, all'interno del quale viaggiavano tre individui sospetti, che si aggirava nelle zone periferiche cittadine, mostrando
attenzione proprio verso sportelli Bancomat, presso i quali i soggetti si fermavano, senza compiere alcuna operazione, per poi ripartire poco
dopo.
Prima ancora che gli operatori riuscissero ad impartire loro l'alt, i tre, avendo forse intuito di essere seguiti, si
erano dati a precipitosa fuga, venendo tuttavia fermati, di lì a poco, nei pressi del casello autostradale A/14 di Cesena Nord, da parte di
una "Volante" del Commissariato di P.S. di Cesena. Uno di essi, tuttavia, riusciva a scappare e dileguarsi attraverso i campi. Proprio in questa
circostanza, i poliziotti avevano rinvenuto, a bordo del veicolo fermato due bombole (acetilene/ossigeno), complete di "cannello", una
smerigliatrice con dischi da taglio ferro/acciaio ed altri arnesi, motivo per il quale i due uomini erano stati segnalati all'A.G., in stato di
libertà, in concorso con persona da identificarsi.
Le successive indagini consentivano di identificare il terzo uomo riuscito a fuggire, il quale, all'epoca dei fatti,
era latitante poiché già destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, conseguente alla sua evasione
(mancato rientro da permesso), dalla struttura carceraria ove stava scontando una pena definitiva relativa ad analoghi delitti. Il soggetto veniva
catturato ed assicurato alla giustizia qualche settimana dopo.
A corollario della ricostruzione dei fatti effettuata dagli investigatori, giungevano le conclusioni peritali,
secondo le quali l'assemblaggio delle bombole dell'acetilene con annesso cannello, nelle condizioni in cui esse vennero rinvenute nell'abitacolo
del veicolo, configuravano, dal punto di vista giuridico, i c.d. "ordigni micidiali con effetto esplosivo", ovvero come fossero stati armi da
guerra.
Alla luce di tali risultanze a carico degli indagati e vista la loro pericolosità sociale, per via dei gravi
precedenti a loro carico (tentato omicidio, furto, rapina, sequestro di persona, detenzione di materie esplodenti, traffico stupefacenti ed
altro), veniva richiesta ed emessa dall'A.G. forlivese la misura restrittiva della libertà nei confronti dei due uomini, eseguita tuttavia
solo per uno di essi, perché latitante. Avuta notizia che egli potesse essersi rifugiato all'estero, il GIP del Tribunale di Forlì
emetteva nei suoi confronti Mandato d'Arresto Europeo, e veniva così interessata l'Interpol per le ricerche nel territorio
Schenghen.
L'uomo è stato quindi definitivamente localizzato a catturato alcuni giorni orsono, mentre stava percorrendo
la superstrada E45, nel territorio del comune di Arezzo, dopo essere rientrato nel territorio nazionale
Assalti ai Bancomat. Catturato l’ultimo componente di una pericolosa banda
21/01/2011