Continuava a perseguitare una donna “per amore”
Gli uomini dell'Ufficio Anticrimine del Commissariato di Pubblica
Sicurezza di Cesena, venerdì scorso hanno dato esecuzione ad un ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del
Tribunale di Forlì, nei confronti di M.A., classe 1976, accusato della nuova ipotesi di reato di cui all'art. 612 bis C.P. (Atti
persecutori - Stalking) oltre che di violenza privata e minacce. L'arresto, che ha posto fine all'incubo nel quale era costretta a vivere la vittima e
la sua famiglia, è seguito ad una lunga e meticolosa attività d'indagine, partita dalle ripetute denunce presentate da una giovane
donna cesenate, costretta a subire una vera e propria persecuzione già dalla fine del 2005, fatti salvi alcuni brevi periodi di tregua, da
parte dell'uomo che voleva, a tutti i costi, instaurare con lei una relazione sentimentale, nonostante il suo netto e categorico rifiuto.
La donna, madre di un bambino di otto anni, aveva conosciuto il suo persecutore perchè cliente abituale del bar presso cui ella
lavorava. Quest'ultimo, ben presto, anche dopo essere stato allontanato, aveva continuato a presentarsi insistentemente e reiteratamente al bar,
la seguiva spesso nei suoi spostamenti, inviandole centinaia di sms (oltre 600, dal dicembre 2008 alla fine del 2009 ) nei quali faceva
riferimento anche al figlio di lei.
La ragazza, "colpevole" di non voler accettare una relazione sentimentale col suo persecutore, era stata insidiata al punto tale da
cagionarle un grave stato di ansia e paura ed un serio e concreto timore per la sua incolumità e per quella dei suoi congiunti,
costringendola ad alterare e sconvolgere completamente le sue abitudini di vita.
Sono proprio queste le caratteristiche che delineano la nuova fattispecie di reato di "Stalking", la cui introduzione nel
Codice Penale ha permesso finalmente di intervenire in modo concreto e, nei casi più gravi come questo, in modo definitivo nei confronti
di chi, a volte per problemi di natura patologica ma altre volte semplicemente per arroganza culturale, pensa di potere trattare l'altro, che per
qualsiasi motivo ha deciso di interrompere una relazione (in genere l'ex moglie o l'ex fidanzata), come un bene di proprietà esclusiva. Le
vittime sono, il più delle volte, giovani donne, spesso mamme (ma, in qualche caso, anche uomini) da tempo sottoposte a vere e proprie
persecuzioni da parte di coloro con i quali, fino a poco tempo prima, hanno condiviso la propria vita e, spesso, l'educazione dei figli, e che,
per tale motivo, spesso non si rendono conto dell'evolversi della gravità della situazione e dei pericoli che realmente si corrono non
denunciando o tergiversando nel denunciare il persecutore.
La Questura di Forlì-Cesena invita perciò chiunque si ritrovi in condizioni simili a rivolgersi subito alle autorità
competenti, per non incorrere nell'errore, talvolta tragico e fatale, di sottovalutare certe attenzioni maniacali ed assillanti o, peggio ancora,
di scambiarle per amore "troppo grande".