ARRESTO
La Polizia di Stato, ha concluso nella giornata di venerdi 22 dicembre un’importante operazione di polizia giudiziaria in Emilia Romagna. L’indagine ha visto coinvolte due squadre mobili quella emiliana della Questura di Parma e quella romagnola della Questura di Forli/Cesena. Il tutto trae origine da un furto in abitazione avvenuto in Forli in data 07.10.2017, in quell’occasione, a seguito del sopralluogo da parte della Squadra Mobile forlivese, emersero degli elementi che da subito fecero pensare al coinvolgimento di un cittadino albanese che sarebbe dovuto essere però in regime di arresti domiciliari presso l’abitazione della sorella in Salsomaggiore (Pr). La Squadra Mobile di Parma, informata di quanto sospettato, accertava come il cittadino albanese D.M. di anni 32, fosse evaso dall’abitazione della sorella in data 27 settembre 2017 e da allora resosi irreperibile sul T.N. Le incessanti e congiunte ricerche hanno consentito di raccogliere costanti ed utili informazioni per poter localizzare l’evaso che annoverava numerosi precedenti penali in tema di reati contro il patrimonio. Inoltre a rendere ulteriormente incessanti le operazioni di ricerca è stata l’emissione in data 24 novembre 2017 da parte del Tribunale ordinario di Milano di un ordine di cattura ad anni 6 e mesi 9 di reclusione per dei reati commessi dallo stesso nella provincia meneghina e risalenti al 2014. Le indagini coordinate dal Sost.Proc. della Repubblica di Forli dott.ssa Brunelli, si sono caratterizzate anche dalla c.d. tecnica delle Open Source Intelligence, ossia le .c.d. fonti aperte di informazione che permettono di raccogliere notizie sulla vita delle persone proprio grazie alla loro inconsapevole pubblicazione o diffusione di notizie sulla vita privata . Attraverso i social networks si è riusciti prima di tutto a definire i contorni del gruppo di amici e parenti ad esso legati ed in contatto, si è monitorata ogni informazione e ogni spostamento riuscendo a ricostruire e ad avere informazioni precise sul luogo della sua ipotetica dimora. Tra gli amici veniva individuata una coppia composta da un suo connazionale e da una cittadina di origini russe nota agli investigatori della Squadra Mobile di Parma per motivi legati al mondo degli stupefacenti. Alle prime ore dell’alba di venerdi, gli uffici investigativi coinvolti, facevano ingresso in un’abitazione nel centro storico di Parma che, formalmente, era in uso al suo amico albanese di anni 30. Quest’ultimo non veniva trovato in casa ma permetteva di rintracciare il ricercato e altri due albanesi di anni 20 e 21 entrambi irregolari sul T.N. Il latitante veniva immediatamente fermato e catturato sia in ordine al provvedimento di esecuzione ad anni 6 e 9 mesi di reclusione sia in ordine alla misura cautelare emessa dal tribunale di Rimini per il reato di evasione. Veniva inoltre denunciato per il furto in abitazione commesso in Forlì. Le contestuali attività di perquisizione all’interno dell’appartamento consentivano di rinvenire numerosa merce di sicura provenienza furtiva, infatti nell’immediatezza dei fatti si riconducevano alcuni oggetti a due furti in abitazione avvenuti nella provincia di Parma uno in data 29.11.2017 in Noceto (Pr) e l’altro il 04.11.2017 in Roccabianca (Pr). L’altra merce (computer, cellulari, orologi, attrezzi da lavoro, monili d’oro ecc..) è tuttora oggetto di riscontri al fine di individuare i reali proprietari. I due ragazzi albanesi non avendo una fissa dimora, essendo irregolari ed emergendo il concreto pericolo di fuga oltre ad evidenziarsi gravi indizi di colpevolezza in ordine al reato di ricettazione, venivano sottoposti a fermo di p.g. di concerto con la locale Autorità Giudiziaria. Sono in corso inoltre attività finalizzate al rintraccio del cittadino albanese utilizzatore dell’abitazione in cui sono state trovate le tre persone e la merce provento di furto, al fine di verificare la sua posizione in modo che lo stesso possa chiarire i motivi di quanto accertato ed evitare la pesante accusa di favoreggiamento personale. Al termine delle operazioni di rito i tre soggetti venivano associati presso la casa Circondariale di Parma.