In data 18 giugno 2015, nel capoluogo, agenti della Polizia di Stato in servizio presso la Squadra Mobile della Questura di Foggia davano.....(continua)
In data 18 giugno 2015, nel capoluogo, agenti della Polizia di Stato in servizio presso la Squadra Mobile della Questura di Foggia davano esecuzione all'ordinanza di applicazione di misura cautelare (allontanamento da casa familiare) emessa dal G.I.P di Foggia nei confronti di un pluripregiudicato del 1980, per essersi reso responsabile di maltrattamenti in famiglia nei confronti della moglie e della di lui madre.
L'uomo si rendeva responsabile di lesioni in danno della madre che in più occasioni aveva tentato di strangolare, prendendola per i capelli, apostrofandola con epiteti offensivi, il tutto alla presenza dei propri figli minori.
Anche la moglie, in sede di denuncia, descriveva il marito come una persona violenta e ha raccontato la propria vita come un vero « calvario » per la sistematicità delle condotte e per l'effetto mortificante per la dignità delle parti lese, con conseguente intollerabilità e pericolosità della convivenza domestica.
A seguito della applicazione della misura cautelare dell'allontanamento dalla casa familiare, nella stessa mattinata del 18 giugno 2015 personale della III Sezione della Squadra Mobile recatosi presso l'abitazione dei familiari dell'indagato, lo rintracciava all'interno in violazione delle disposizioni del GIP.
Pertanto, il P .M. titolare delle indagini, informato, richiedeva l'aggravamento della misura cautelare personale nei confronti dell'uomo ed in data 19 c.m. lo stesso giudice emetteva ordinanza di aggravamento nei confronti dell'indagato e la sostituzione della misura dell'allontanamento dalla casa familiare con la misura cautelare in carcere.
Tale aggravamento veniva applicato in quanto l'interessato, in sede di notifica dell'ordinanza applicativa della misura in atto, ha serbato un contegno di aperto disprezzo nei confronti del precetto impostogli, recandosi presso l'abitazione a lui interdetta, prima (a suo dire) per prelevare effetti personali e poi, dopo aver stazionato nei pressi dell'immobile dichiarando alla Polizia di non sapere dove andare ad alloggiare, minacciando la propria madre al fine di indurla a ritirare la denuncia, come riferito telefonicamente agli agenti della Squadra Mobile dalla stessa donna.
Nel corso della perquisizione personale dell'arrestato, veniva rinvenuto in una tasca, un coltello a scatto con lama della lunghezza di circa 10 cm ed il manico della lunghezza di 12.5 cm. e, per tale motivo, veniva deferito all'A.G. ai sensi dell'art.4 L.110/1975.