Nella serata di ieri, a conclusione di una delicata attività di indagine.....(continua)
Nella serata di ieri, a conclusione di una delicata attività di indagine, personale della Squadra di Polizia Giudiziaria del Commissariato P.S. di Manfredonia e della Sottosezione Polizia Stradale di Vieste ha tratto in arresto un pregiudicato viestano di anni 26, perché resosi responsabile dei reati di tentata rapina ed omicidio in danno di un concittadino di anni 40, titolare, unitamente ad altri familiari, di un esercizio commerciale dedito alla vendita al dettaglio di bevande.
Il pregiudicato, verso le ore 18,45 di ieri sera 11.11.2014, faceva irruzione, travisato a mezzo passamontagna (ricavato da un berretto in maglia appartenente a suo padre, persona legata da vincolo di amicizia alla vittima) ed armato di un grosso coltello da cucina, intenzionato a compiere una rapina, nell'esercizio commerciale della vittima che opponeva stregua resistenza al fine di evitare l'asportazione dell'incasso quotidiano. Nell'occorso il malvivente pugnalava la vittima al torace che, seppur fortemente sanguinante, tentava di inseguire il malfattore fuori dal locale.
Lì nei pressi, vi erano due pattuglie della Polizia di Stato, una del Commissariato di P.S. di Manfredonia ed una della Polizia Stradale di Vieste; i poliziotti notavano distintamente che un individuo, avente corporatura esile, altezza 1.70 metri circa, travisato con passamontagna di colore blu, e portante in mano un grosso coltello da cucina, si stava dando alla fuga inseguito da un'altra persona - ossia la povera vittima- che, qualche metro dopo, stramazzava a terra. Si ponevano, avendo notato il malcapitato già circondato da soccorritori - all'inseguimento appiedato del fuggiasco che, sin da subito, si mostrava un ottimo conoscitore dei luoghi. Nel corso dell'inseguimento il malfattore si toglieva il passamontagna, venendo immediatamente riconosciuto per un noto pregiudicato locale, abitante tra l'altro nelle vicinanze del luogo dell'evento. Egli veniva visto distintamente in viso a pochi passi ma anche la sua andatura tipica, quasi claudicante, era univocamente a lui riconducibile.
La persona aveva ancora fra le mani il grosso coltello ed, accortosi degli inseguitori, dapprima rivolgeva l'arma al loro indirizzo in modo minaccioso, poi la occultava velocemente lasciandola in loco e continuando la fuga, incurante dell'ALT POLIZIA intimatogli più volte.
Poco più avanti si disfaceva del citato passamontagna gettandolo all'interno di un cassonetto. La fuga proseguiva fin quando si immetteva in uno spiazzo adibito a parcheggio auto, ed approfittando della presenza di cantieri di lavoro, fitta vegetazione e scarsissima illuminazione, il braccato faceva perdere le sue tracce.
Poco dopo, quasi in modo sorprendente, il rapinatore riappariva in via Giovanni XXIII percorrendo a ritroso il suo percorso di fuga, oltrepassando anche il portone della sua abitazione. Il personale aveva modo di notare che il ragazzo si era cambiato d'abito ed un suo pedinamento permetteva di assodare che si stava recando sulla scena del delitto, a non più di una cinquantina di metri dal luogo dell'evento.
Egli veniva immediatamente bloccato dai poliziotti e successivamente veniva accompagnato presso la Sottosezione Polizia Stradale di Vieste, mentre altro personale si portava sul luogo del delitto, ove gli operanti avevano modo di costatare che varie erano le chiazze ematiche rimaste sull'asfalto all'esterno dell'esercizio commerciale rapinato, comprendendo quindi chiaramente che ci si trovava in presenza di una tentata rapina finita nel sangue.
Presso il locale Pronto Soccorso i sanitari non potevano far altro che costatare il decesso della vittima riportante una "ferita da taglio secondo spazio intercostale sx della lunghezza di 4,5 centimetri". Accertata la morte, su disposizione del P.M. di turno della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Foggia, si faceva intervenire per gli accertamenti di competenza il medico legale della Sezione Dipartimentale di Medicina Legale dell'Ospedale Colonnello D'Avanzo di Foggia.
Vistosi scoperto, l'omicida, dopo un pianto liberatorio, verso le ore 03,00 odierne, ammetteva spontaneamente le sue responsabilità cercando di giustificare il grave episodio delittuoso con un incidente avvenuto nel corso della perpetrazione della rapina.
Per quanto accertato, nella prima mattinata odierna egli veniva tratto in arresto e messo a disposizione del citato P.M. di turno.