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Cerignola – Sottoposte a fermo due persone per tentata estorsione

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Nel pomeriggio di giovedì 3 aprile, personale del Commissariato di P.S. di Cerignola (FG), collaborato da personale della Squadra Mobile di Foggia, dei.....(continua)

Nel pomeriggio di giovedì 3 aprile, personale del Commissariato di P.S. di Cerignola (FG), collaborato da personale della Squadra Mobile di Foggia, dei Reparti Prevenzione Crimine e da due unità cinofile antidroga della Questura di Bari, ha eseguito un provvedimento di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Procura della Repubblica di Foggia, a carico di due persone di San Ferdinando di Puglia.

Il provvedimento era stato emesso a conclusione di pressanti indagini svolte dagli investigatori del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Cerignola, iniziate dal 1° novembre 2013, allorquando un imprenditore agricolo aveva denunciato di avere ricevuto telefonate estorsive, con la richiesta della somma di denaro di cinquantamila euro, accompagnata da minacce.

Le telefonate, seguite o anticipate dal danneggiamento di alcuni alberi di proprietà della vittima, nelle campagne di Cerignola e San Ferdinando di Puglia (BT), sono state distanziate nel tempo ed effettuate dapprima da una determinata cabina di Cerignola e, successivamente, da diverse cabine di Margherita di Savoia.

Inoltre, le telefonate venivano fatte non solo alla vittima, ma anche a due guardie campestri di San Ferdinando di Puglia, alle quali gli estorsori intimavano di avvertire la vittima che doveva pagare.

Soltanto nello scorso mese di gennaio si giungeva all'individuazione degli odierni fermati. A sostegno delle indagini, inoltre, vi erano le immagini di due individui che avevano effettuato una telefonata estorsiva da una cabina di Margherita di Savoia.

Inoltre, si accertava che l'autovettura di uno dei due, solitamente utilizzata per le loro uscite, era stata ripresa dal sistema che monitora il traffico in entrata ed in uscita dalla città di Cerignola sette minuti prima della prima telefonata estorsiva, effettuata il 26 ottobre 2013.

Poiché gli agenti riuscivano a distinguere nettamente le voci degli autori delle telefonate estorsive registrate, si procedeva a comparazione fonica delle stesse con le voci dei due; tuttavia, in attesa dell'esito della perizia, si riteneva necessario proseguire nelle indagini.

L'attività tecnica effettuata nei confronti degli stessi permetteva di ottenere riscontri sulla responsabilità dei due che concordavano che si sarebbero giustificati dicendo che, dalla cabina telefonica di Margherita di Savoia, quando fu effettuata la registrazione delle uniche immagini in possesso degli inquirenti, stavano telefonando ad una prostituta.

Nel corso della conversazione tra i due emergeva il pericolo di fuga, presupposto essenziale per l'emissione del provvedimento di fermo. Inoltre, la capacità delinquenziale dei due veniva nettamente evidenziata allorquando incominciavano a ragionare su chi potesse avere contribuito alla loro identificazione, concentrando la loro attenzione sulle guardie campestri. Pertanto, incominciavano a concordarsi sulla necessità di vendicarsi con le stesse, che invece si erano soltanto limitate a riferire delle telefonate ricevute, prefigurando la possibilità di un attentato ed affermando che "LA DEVONO SENTIRE PURE I MORTI LA BOTTA".


05/04/2014

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