In data odierna, personale della Polizia di Stato appartenente alla Squadra Mobile unitamente al Reparto Prevenzione Crimine di San Severo, all’esito di serrate e approfondite indagini dirette e coordinate dalla locale Procura della Repubblica, ha eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP presso il Tribunale di Foggia a carico di due soggetti, gravemente indiziati dei delitti di furto pluriaggravato in concorso e fabbricazione e detenzione di materiale esplodente.
In particolare, a carico dei soggetti attinti dal provvedimento cautelare richiesto dalla Procura della Repubblica di Foggia, unitamente ad altri soggetti in corso di identificazione, sono stati raccolti solidi elementi probatori in ordine alla loro partecipazione a due furti avvenuti in data 03 aprile u.s. e 17 maggio u.s., rispettivamente presso le filiali foggiane della “Banca Popolare di Milano” e della “Banca Popolare di Novara”.
Alle prime luci del 3 aprile, più persone travisate giunte in loco con due auto provento di furto, piazzavano presso lo sportello ATM della Banca Popolare di Milano un ordigno, mediante la tecnica della c.d. “marmotta”, sottraendo a seguito dell’esplosione circa 6.000 euro, dandosi successivamente alla fuga, non prima di aver cosparso la strada prospicente la banca con numerosi chiodi a quattro punte. Con la medesima tecnica, in data 17 maggio, successivamente al furto di autovettura proprio da parte dei destinatari dell’odierna misura cautelare, mediante l’utilizzo di quest’ultimo veicolo, infrangevano la vetrata della Banca Popolare di Novara creando una rampa attraverso l’utilizzo di sacchi di sabbione, per il superamento del dislivello costituito dai gradini. A seguito della breccia creata, come avvenuto per il primo “colpo”, veniva inserito all’interno del bancomat il congegno, la c.d. marmotta, e fatto esplodere l’ATM, in tal maniera sottraendo 10.000 euro circa.
Le risultanze investigative acquisite dalla Procura della Repubblica di Foggia e dalla Squadra Mobile di Foggia, attraverso la sintesi di metodi tradizionali coniugati con attività di tipo tecnico, ha permesso in pochissimo tempo l’emissione dal parte del GIP di ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico dei due soggetti, dando una celere ed efficace risposta ai reati contro il patrimonio posti in essere.