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FOGGIA - POLIZIA DI STATO ESEGUE DUE MISURE DEL DIVIETO DI AVVICINAMENTO PER MALTRATTAMENTI IN FAMIGLIA E LESIONI

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Lo scorso 20 novembre, Agenti della Polizia di Stato in servizio presso la  Squadra Mobile hanno dato esecuzione all’ordinanza del divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalla persona offesa emessa dal Gip presso il Tribunale di Foggia nei confronti di un cinquantacinquenne foggiano, D.A., per i reati di maltrattamenti, stalking e lesioni.

Nel 2016 la denunciante si era rivolta al centro antiviolenza di foggia, stanca del rapporto di convivenza caratterizzato da condotte aggressive e da soprusi. Il convivente, non le permetteva di uscire da sola, la picchiava senza motivo e la minacciava di morte, insultandola continuamente e pretendendo rapporti sessuali anche quando la medesima non aveva voglia. In tale occasione aveva richiesto un ammonimento formale del convivente, poi revocato perché aveva deciso di tornare a vivere con lo stesso.

Tuttavia a giugno 2017, ormai esasperata dall’ immutata la situazione,  aveva deciso di lasciare la casa del convivente per andare a vivere da sola con i tre figli, ma l’uomo non aveva accettato questa decisione; così sono iniziati pedinamenti nei posti frequentati dalla medesima, spesso recandosi anche sul posto di lavoro della donna e talvolta la schiaffeggiava.

A seguito di indagine, la III Sezione della Squadra Mobile, che si occupa di reati contro la persona, a danno di minori e reati sessuali, ha chiesto la misura del divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalla vittima, emessa tempestivamente dall’A.G..

In data 22 novembre, Agenti della Squadra Mobile – 2^ Sezione Criminalità Diffusa Straniera e Prostituzione hanno eseguito un’altra ordinanza del divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalla persona offesa emessa dal Gip presso il Tribunale di Foggia nei confronti di un cittadino marocchino, per i reati di maltrattamenti in famiglia e lesioni.

Già nell’anno 2014 la moglie, connazionale, aveva denunciato le violenze abituali alle quali era soggetta;  infatti il coniuge, B. M., classe 1986, residente ad Apricena,  le procurava violenza fino a  minacciarla di morte, a volte anche brandendo un coltello da cucina, e proferiva continuamente parole offensive nei suoi confronti, sempre per futili motivi.

La querela era stata inizialmente rimessa dalla donna, nella speranza che il coniuge si ravvedesse e nel tentativo di recuperare il rapporto, anche per i figli minori della coppia. Ma è stato inutile perché le violenze e i maltrattamenti sono continuati, tanto che, in più occasioni , anche nell’ultimo anno, la donna è stata costretta a rivolgersi alle cure ospedaliere per le lesioni riportate in seguito alle aggressioni del marito.

Massima è l’attenzione della Polizia di Stato a tutela dei soggetti più deboli che si ritrovano a subire inaccettabili violenze in seno alla famiglia


24/11/2017

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