In data 17 ottobre , Agenti della Polizia di Stato appartenenti alla locale Squadra Mobile hanno dato esecuzione all’ordinanza di applicazione di misura coercitiva dell’allontanamento dalla casa familiare e con prescrizione di lasciare immediatamente la stessa, emessa dal G.I.P. di Foggia il 16 u.s., a carico del pregiudicato B.V., foggiano, classe 1979 per il reato di maltrattamenti in famiglia, stalking e lesioni.
La moglie del B., denunciava che già dopo pochi anni dal matrimonio, avvenuto nel 2002 , aveva iniziato a subire ingiurie, minacce e violenze da parte del marito anche alla presenza dei figli minori, a causa dell’ossessiva gelosia dell’uomo. Negli ultimi anni la situazione era peggiorata, infatti il coniuge oltre ad offenderla e umiliarla aveva iniziato a picchiarla con pugni e calci, prendendola per i capelli e stringendole il collo con le mani. Tali violenze culminavano il 02.06.2017 quando il B., mentre la donna riposava dopo una faticosa giornata di lavoro, in maniera aggressiva, pretendeva di avere un rapporto sessuale. Al diniego della donna , l’indagato la percuoteva e poi prendeva un coltello da cucina con il quale minacciava la moglie gridando “ti devo uccidere”. La donna riusciva a fuggire, uscendo di casa scalza e veniva soccorsa dalla vicina di casa. Per le lesioni subite la donna veniva medicata al Pronto Soccorso e decideva di andare a vivere dalla propria madre per paura del marito. Il B., però, non ha mai smesso di perseguitare la moglie, seguendola durante i suoi spostamenti, ingiuriandola e minacciandola oltre che alla presenza di altre persone, anche telefonicamente con l’invio di messaggi, e arrivando persino ad incendiarle l’auto.
L’indagato, durante l’esecuzione dell’ordinanza dell’applicazione della misura coercitiva dell’allontanamento della casa familiare ,alla presenza della Polizia esternava l’intenzione di voler ammazzare la moglie. Anche mentre la donna si trovava in Questura continuavano ad arrivare sull’utenza telefonica della predetta sms in cui il marito la minacciava di ucciderla; pertanto la donna e i figli sono stati collocati in una struttura protetta.
Prosegue, pertanto, il lavoro della Polizia di Stato a tutela dei soggetti più deboli che si ritrovano a subire inaccettabili violenze in seno alla famiglia.