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Truffa del “falso avvocato”: due persone in manette

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A Firenze la polizia arresta due giovani napoletani che avevano appena messo a segno un colpo a casa di un 86enne.

Ieri a Firenze la polizia ha arrestato due uomini che dopo alcuni tentativi avevano messo a segno un colpo a casa di un anziano raggirandolo con la cosiddetta truffa del "falso avvocato". Da settimane gli inquirenti erano a lavoro per fermare questo fenomeno criminale ormai da tempo sulle cronache: secondo un ben rodato "modus operandi" - ricostruito dai poliziotti - i malviventi, dopo aver scelto una zona, effettuavano una serie di chiamate ai numeri degli anziani residenti, cambiando aria qualora i loro tentativi non avessero sortito l'effetto desiderato. Se la telefonata andava invece a buon fine la truffa si consumava molto rapidamente: alla vittima di turno veniva comunicato che il figlio - o il marito, ecc - aveva causato un incidente stradale e che per risolvere la cosa era necessario pagare una sorta di "cauzione". In alcuni casi i malcapitati sarebbero addirittura stati invitati a chiamare il proprio parente e qui scattava la seconda parte del raggiro: quando l'anziano componeva il numero dalla propria utenza di casa, dall'altra parte della cornetta rispondeva sempre il truffatore che, spacciandosi spesso per un appartenente alle forze dell'ordine, confermava tutta la storia. Da una prima ricostruzione sarebbe emerso come possa verificarsi tale circostanza: non chiudendo la telefonata dopo la prima chiamata sulla linea fissa della vittima, gli autori di tale tipologia di raggiro rimangono di fatto sempre in comunicazione con la persona truffata impedendogli di effettuare nuove chiamate. L'anziano digita in effetti il numero che vuole contattare ma dall'altre parte della cornetta c'è sempre in linea il malintenzionato. In questo modo si arriverebbe all'ultima fase della truffa: dopo qualche istante bussa alla porta del malcapitato un complice incaricato, a suo dire, di curare la pratica dell'avvocato e che, con grande persuasione, riesce a farsi consegnare denaro contante e preziosi per pagare la fantomatica "cauzione". Nei giorni scorsi la Squadra Mobile ha passato al setaccio la città effettuando una serie di servizi specifici, fino a quando ieri, a Scandicci, ha individuato un mezzo sospetto con due uomini a bordo. In mattinata, dopo aver effettuato alcune soste la stessa autovettura si è spostata verso Firenze Sud e poi in zona stadio; gli agenti hanno successivamente accertato che in mattinata almeno tre signore sarebbero state contattate da un sedicente avvocato che aveva raccontato loro la solita "storia" dell'incidente. Questi "raggiri telefonici" non sono però andati a buon fine: in un caso la potenziale vittima ha avuto la prontezza di chiamare subito il 113. Ma intorno alle 14.00, in via Manni, uno dei due uomini è sceso dall'autovettura, è entrato in un condominio e, trascorsi alcuni minuti, è uscito dallo stabile con una borsa a tracolla ripartendo con il complice in auto verso Firenze Sud. Gli uomini della Sezione Reati contro il Patrimonio sono entrati in azione bloccando i due dopo aver verificato che era stato appena messo a segno un colpo a casa di un uomo di 86 anni. Gli agenti hanno fermato due napoletani, di 25 (già noto alle forze dell'ordine) e 23 anni, recuperando l'intero bottino (2900 euro in contanti portati via alla loro ultima vittima). Entrambi gli arrestati sono finiti a Sollicciano con l'accusa di truffa aggravata in concorso.
10/10/2015

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