Arrestati dalla polizia. Si tratta di due fratelli di 37 e 41 anni.
Hanno bussato al finestrino dell'auto di due ragazze ferme a parlare in via della Quiete, mostrando un distintivo e un tesserino dei carabinieri. Poi hanno detto alle malcapitate che dovevano procedere ad un perquisizione obbligando le vittime a rimanere in macchina e mettendo le mani dentro le loro borse. Protagonisti della vicenda, avvenuta nei giorni scorsi, sono due fratelli di 37 e 41 anni successivamente identificati dalla polizia. Quando i due, terminato il "fantomatico" controllo, si sono allontanati a bordo di un'utilitaria bianca, restituendo le borse, le ragazze, 20 e 32 anni, si sono insospettite verificando che dai loro portafogli mancavano all'appello tutti i contanti, per un totale di oltre 300 euro. Scattato l'allarme al 113, gli agenti si sono subito messi alla ricerca dell'auto bianca e dei due, ormai evidenti, "falsi" militari. Intorno alla mezzanotte, una pattuglia in borghese della Squadra Mobile ha intercettato in viale Matteotti il mezzo ricercato con a bordo i sospetti. La vettura è stata fermata in via della Mattonaia. Oltre a qualche grammo di marijuana, gli operatori hanno rinvenuto sotto il sedile del guidatore proprio un portatessere nero con la "Fiamma dell'Arma" e all'interno un falso tesserino artefatto da maresciallo dei Carabinieri. Nel blocco d'accensione era inoltre inserita una chiave limata: la vettura era stata rubata a Pontassieve appena il giorno prima e il proprietario non si era ancora accorto del furto. Gli uomini della Sezione Contrasto al Crimine Diffuso hanno naturalmente recuperato anche le banconote portate via poco prima alle due ragazze in via della Quiete. I due fratelli sono finiti in manette al carcere di Sollicciano con l'accusa di rapina aggravata in concorso, ricettazione dell'auto e possesso di segni distintivi contraffatti delle forze dell'ordine.Si spacciano per carabinieri e derubano due ragazze in macchina
02/01/2015