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Scoperti appalti Trenitalia truccati.

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42 persone finite sul registro degli indagati per associazione a delinquere. 16 gli arrestati. Questa mattina il blitz in 19 città

Sono 42 le persone finite sul registro delle persone indagate per appalti Trenitalia truccati a conclusione di una maxi operazione congiunta tra la Squadra Mobile e il Compartimento Polizia Ferroviaria per la Toscana coordinata dalla Procura della Repubblica di Firenze diretta dal procuratore capo Quattrocchi . Dalle prime ore dell'alba di stamani la polizia ha proceduto ad altrettante perquisizioni e all'esecuzione di ben 26 misure cautelari disposte dal GIP del Tribunale di Firenze Davide MONTI (9 custodie cautelari in carcere, 7 arresti domiciliari e 9 misure interdittive di divieto temporaneo di esercitare determinate attività professionali o imprenditoriali) in diverse città italiane tra cui Firenze, Napoli, Milano, Bari, Bologna, Perugia, Salerno, Genova, Caserta, Taranto, Ascoli Piceno, Roma, Verona, Pordenone, La Spezia, Caltanissetta (Gela), Vicenza, Torino, Perugia (Foligno). "Operazione Espresso", così è stata definita in gergo dagli inquirenti che hanno sviluppato per mesi una complessa attività investigativa che alla fine ha portato a chiudere il cerchio intorno a questo giro d'affari dai considerevoli utili economici. Un consistente gruppo di dipendenti di società a partecipazione pubblica - quali Trenitalia appunto o SEPSA S.p.a., (Società per l'Esercizio di Pubblici Servizi Anonima che gestisce la Ferrovia Cumana e la Ferrovia Circumflegrea della provincia di Napoli) - ed imprenditori concorrenti, si erano associati tra loro formando una vera e propria organizzazione il cui scopo principale era quello di falsare il procedimento di aggiudicazione delle gare d'appalto. L'inchiesta, coordinata dai P.M. Giuseppe Soresina e Giuseppe Bianco ,ha fatto emergere che i dipendenti delle Aziende Pubbliche di Trasporto anticipavano informazioni riservate favorendo una cordata di imprenditori "amici", i quali, a loro volta, al fine di aggiudicarsi l'appalto, formulavano offerte abilmente pilotate e concordate. In tale contesto, i funzionari di Trenitalia svolgevano un ruolo fondamentale all'interno dell'organizzazione, avvantaggiando in più modi le attività degli imprenditori al fine di ricavarne un proprio tornaconto in termini economici. La loro posizione all'interno dell'amministrazione di cui fanno parte e la loro esperienza nel settore, senza dubbio li metteva in condizione di falsare le gare d'appalto indette da Trenitalia, consentendo poi agli imprenditori di accordarsi tra di loro, abbattendo la concorrenza. Attraverso vari meccanismi che di volta in volta meglio si adattavano alle circostanze, l'imprenditore veniva messo in grado di aggiudicarsi la gara d'appalto secondo parametri e costi già concordati in precedenza. La concreta esistenza dell'associazione era confermata dalla solidità e dalla permanenza nel tempo del vincolo tra gli stessi imprenditori e dal sistema dei subappalti esaminati durante le indagini. Nel caso di gare d'appalto i vari imprenditori interessati alla gara, una volta acquisite dai pubblici dipendenti le informazioni necessarie all'aggiudicazione, si organizzavano in "cartelli" finalizzati alla spartizione dei lavori da effettuare. In queste circostanze la società appaltatrice procedeva ad un'aggiudicazione frutto di accordi tra imprese, che non operando in regime di concorrenza, adottavano un prezzo di aggiudicazione sconveniente per la P.A. frutto di offerte pilotate nell'esclusivo interesse degli imprenditori aderenti al cartello e dei dipendenti di Trenitalia corrotti. Oltre all'Associazione per delinquere, i capi d'accusa contestati agli indagati abbracciano una serie di reati che vanno dalla Truffa, al Peculato, alla Turbata libertà degli incanti e del procedimento di scelta del contraente, alla Corruzione di persona incaricata di pubblico servizio, alla Rivelazione ed utilizzazione di segreti d'ufficio, alla Falsità commesse da pubblici impiegati incaricati di pubblico servizio.
04/10/2011

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