Arrestati dalla Squadra Mobile fiorentina tre ricettatori
Uno smeraldo di tredici carati e due diamanti, rapinati ad una famiglia fiorentina e finiti dopo soli pochi giorni in un Monte dei Pegni di Viareggio. Ha fretta di avere i soldi tra le mani un quarantasettenne di Pistoia gioielliere e "ricettatore", così decide di impegnare i preziosi. Un passo falso, il suo, che porta gli investigatori della Squadra Mobile diretta da Filippo Ferri sulle sue tracce e su quelle di due "professionisti" del mestiere : un quarantacinquenne di etnia "sinti" residente a Milano al servizio di bande di rapinatori anche di altri paesi europei e sua moglie genovese, anch'essa di quaranta cinque anni.
I tre sono in carcere dopo l'arresto, ieri mattina, per ricettazione in concorso.
Sera tarda dell' 8 dicembre 2008. Una banda di cinque uomini, verosimilmente del'Est Europa, incappucciati ed armati di un piede di porco, sequestra e rapina un'intera famiglia in una villa di Pian dei Giullari a Firenze. Aspettano che il proprietario esca dalla porta principale, lo colpiscono ed entrano in casa. Poi salgono le scale, svegliano la compagna dell'uomo che stava dormendo e la costringono a scendere nel salone principale. Lì attendono l'arrivo dei figli della coppia, di sedici e ventidue anni. A questo punto la razzia di preziosi e denaro e la fuga non prima, però, di aver rinchiuso l'intera famiglia nel bagno. Nel bottino anche un anello con tre pietre incastonate : due diamanti ed uno smeraldo. Ed è questo gioiello che finisce, pochi giorni dopo, nelle mani del quarantasettenne che smonta le pietre preziose per "servirsene" più facilmente. L'uomo ha fretta, troppa. Il 17 dicembre le porta al Monte dei Pegni, nel frattempo già allertato, come tutti gli altri istituti di pegno, dalla Polizia. Arriva la vigilia di Natale e gli agenti lo rintracciano. Dal fermo dell'uomo parte l'attività investigativa condotta con la collaborazione delle Squadre Mobili di Milano e Pistoia lunga oltre un anno. Accertamenti, incrocio di dati e riscontri portano i poliziotti alla coppia di Milano. Sono loro che avevano "gestito" gran parte del bottino della rapina di Pian dei Giullari. Tanta la refurtiva, provento di colpi messi a segno in diverse città, trovata in loro possesso, nascosta in cunicoli creati sulle pareti di casa e custodita in cassette di sicurezza