Questo il tema del convegno che si è tenuto il 22 aprile a Firenze in Palazzo Vecchio, Salone dei Cinquecento, in preparazione alla celebrazione del 17 maggio per il 156° Anniversario della Fondazione della Polizia di Stato.
Firenze 22 aprile 2008 - Palazzo vecchio - Convegno sul tema "113, pronto: da quarant'anni in linea con la gente""Vicini alla gente": è questo il titolo che accomuna, da anni, tutte le celebrazioni dell'anniversario della Fondazione della Polizia di Stato, una manifestazione che quest'anno, a Firenze, si celebra il 17 maggio con la consolidata convinzione che la Polizia di Stato, operando tra la gente e per la gente, sia al servizio dei cittadini.
Lo scorso anno, infatti durante la festa della Polizia, annunciai il progetto di lavoro che unisce due figure, il cittadino e l'operatore di Polizia e prevede otto distinte aree di intervento, quattro delle quali finalizzate al potenziamento dei servizi e degli strumenti telefonici ed informatici per la sicurezza dei cittadini. Quest'anno la celebrazione sarà preceduta da due convegni organizzati dalla Questura per rendere ancora più concreto il servizio alla cittadinanza, che la Polizia di stato ricopre con l'impegno quotidiano dei suoi uomini e delle sue donne. Il primo convegno è dedicato al simbolo per eccellenza del ruolo di vicinanza e soccorso al cittadino della nostra istituzione: il 113. Questo incontro rappresenta per me l'occasione più significativa per promuovere il tema "Vicini alla gente": il servizio 113, infatti, ha visto da quarant'anni il personale della Polizia di Stato impegnato, nell'arco delle 24 ore, a rispondere alle richieste di Pronto Intervento e alle segnalazioni di situazioni di disagio e di pericolo da parte della gente. Il tema mi è particolarmente caro anche per un motivo affettivo oltre che professionale: per 10 anni, dal 1986 al 1996, ho diretto la Sala Operativa della Questura di Roma, orientando le mie energie professionali al potenziamento del Centralino di Soccorso Pubblico e Pronto Intervento "113". Ricordo come in quegli anni, come oggi a Firenze, dopo aver monitorato le esigenze degli utenti e degli operatori, ho avviato un progetto di informatizzazione della Sala Operativa, con l'intento di migliorare aspetti fondamentali nel rapporto con il cittadino: l'esigenza di esaltare l'accessibilità al 113, la disponibilità e la professionalità degli operatori e la tutela della riservatezza delle segnalazioni. Nel corso dei dieci anni di attività ho immaginato il 113 come il termometro dei rapporti di integrazione sociale e della fiducia che i cittadini nutrono nei confronti delle Istituzioni, delle Forze di Polizia e in particolare della Polizia di Stato. Ho potuto verificare che il 113 rappresenta un prezioso strumento per monitorare le esigenze degli utenti, per orientare le energie professionali e per impiegare le unità operative nelle zone e nelle fasce orarie nelle quali è necessaria o percepita una maggior esigenza di controllo del territorio. Mi sono reso conto in quel periodo, che gli operatori del servizio 113 rivestono un ruolo strategico e determinante nelle attività di prevenzione e contrasto delle varie forme di illegalità, incidendo significativamente sull'andamento del fenomeno criminale. Infatti, se l'addetto al 113 si ponesse in condizione di rendere meno accessibile il servizio o meno dinamica l'attivazione delle soluzioni operative alle segnalazioni, precluderebbe di fatto il pronto intervento e, conseguentemente, la possibilità della flagranza e il contrasto immediato del reato, con conseguente aumento del numero oscuro dei crimini e quindi una riduzione significativa dell'effetto di deterrenza penale. Dobbiamo pensare al servizio 113 come a un "rubinetto" mediante il quale è possibile chiudere o alimentare la comunicazione con il cittadino e, di conseguenza, permettere l'attivazione delle Volanti e, a seguire, l'attività di indagine finalizzata all'identificazione degli autori del crimine da parte della Squadra Mobile e Digos. Per queste considerazioni, assumendo l'incarico di Questore di Firenze, ho inserito nel progetto finalizzato al potenziamento dei servizi per la sicurezza dei cittadini, avviandolo immediatamente, il miglioramento del servizio 113, sia in termini logistici che di specializzazione degli operatori. A seguito di un Protocollo d'Intesa, stipulato con la Facoltà di Psicologia dell'Università di Psicologia dell'Università degli Studi di Firenze, sono stati quindi avviati stage di Psicologia della Comunicazione per gli operatori del 113, a cura di quattro psicologi, due dei quali dell'Università, uno dell'Amministrazione della Pubblica Sicurezza ed uno esterno. Il convegno "113, pronto. Da quanrant'anni in linea con la gente", che si terrà dalle ore 10:00 di martedì 22 aprile nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio, rappresenta la possibilità di una significativa rilettura in chiave moderna dello storico servizio 113, attraverso le esposizioni degli autorevoli relatori - tra cui Roberto Sgalla, Direttore dell'Ufficio relazioni Esterne e Cerimoniale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza e Annibale Paloscia, giornalista, autori della pubblicazione "113, storia di un numero che ha garantito il soccorso pubblico" - insieme con i quattro psicologi che curano i corsi di psicologia della comunicazione per gli operatori del 113 di Firenze. Francesco Tagliente