Insieme per la sicurezza e contro il degrado urbano: lunedì la Polizia di Stato e la Polizia Municipale di Firenze hanno organizzato uno specifico servizio finalizzato al contrasto dello spaccio di droga nel centro storico fiorentino.
Con l’accusa di illecita detenzione di sostanze stupefacenti è finito in manette un fiorentino di 24 anni: in casa gli sono stati sequestrati oltre due etti di hashish, ma la polizia non esclude di aver portato alla luce una consolidata rete di “clienti”, con i quali l’arrestato avrebbe intrattenuto chat con messaggi cosiddetti “autodistruttivi”.
Il servizio “antidroga” di lunedì ha visto in prima linea la Squadra di Polizia Giudiziaria del Commissariato “San Giovanni” e il Reparto Antidegrado della Polizia Municipale del Comune di Firenze.
E se il buongiorno si vede dal mattino, in questo caso si è visto invece nelle prime ore della sera: una volta concordate insieme le strategie di intervento, due autocivetta hanno varcato i cancelli del Commissariato: numerosi i controlli effettuati principalmente in centro, fino a quando, intorno alle 19.00, l’attenzione delle pattuglie è stata richiamata sui Viali da un’utilitaria parcheggiata in doppia fila, in prossimità dei Lungarni.
Gli agenti si sono subito avvicinati per le verifiche del caso, ma appena il passeggero ha abbassato il finestrino, hanno subito avvertito un forte e pungente odore di cannabis proveniente dall’abitacolo.
Di lì a poco hanno scoperto che in quella macchina era stato appena spento in fretta e furia uno spinello e che la persona seduta al fianco del guidatore era già nota alle Forze di Polizia proprio nell’ambito degli stupefacenti.
Così i poliziotti sono voluti andare a fondo nella vicenda, facendo visita alla sua abitazione in zona dove, da un armadio della camera da letto, sono saltati fuori oltre due etti di hashish avvolti in un unico panetto, quasi 30 grammi della stessa sostanza riposti in un barattolo di crema per il viso, alcune tracce di marijuana, un bilancino di precisione, un migliaio d’euro in contanti, un coltello da formaggio ed uno a farfalla entrambi con evidenti residui di droga sulle lame.
Sulla base dei primi riscontri, gli investigatori avrebbero poi scoperto sul telefonino del giovane alcune, se pur brevissime e incomplete, “chat” con potenziali “clienti”.
Sempre sulla base di quanto emerso al momento, le conversazioni sarebbero avvenute attraverso applicazioni di messaggistica istantanea, che offrono una crittografia sempre più avanzata.
Ma la cosa più particolare, tanto da solleticare anche la curiosità di coloro che potrebbero avere qualcosa da nascondere, è senza dubbio l’implementazione dei messaggi che si autodistruggono dopo essere stati letti dal destinatario o, semplicemente, trascorso un determinato periodo (giorni o addirittura ore).
In questo caso la polizia avrebbe però fatto in tempo a scoprire tra le chat (quelle non più recentissime e rimaste - forse accidentalmente - sullo smartphone dell’indagato), anche una sorta di listino prezzi con la “Gangia” - ad esempio - messa in vendita lo scorso anno ad una quindicina di euro al grammo.
Non sarebbero mancati neanche appetibili sconti, con un’offerta da 12 euro al grammo per un acquisto complessivo di mezzo etto di sostanza stupefacente (totale spesa: 6.000 euro).
Non ultimo il fatto che, a seguito di ulteriori accertamenti, sarebbe emerso anche un profilo utente, su un noto servizio online che permette di condividere foto e immagini tramite Internet, attraverso il quale sarebbe stata pubblicizzata la cannabis, rimandando poi - per gli eventuali contatti - ad un account di messaggistica riconducibile, per i poliziotti, sempre all’indagato.
Ieri mattina, su richiesta della Procura della Repubblica di Firenze, il Tribunale del capoluogo toscano ha convalidato l’arresto del 24enne disponendo nei suoi confronti - in attesa del processo - la misura cautelare dell’obbligo di firma e quello di dimora nel comune di Firenze con divieto di uscire di casa nelle ore serali e notturne.
L'effettiva responsabilità della persona indagata e al momento destinataria della misura cautelare, in uno con la fondatezza delle ipotesi d'accusa mosse a suo carico, saranno vagliate nel corso del successivo processo. Non si escludono ulteriori sviluppi investigativi e probatori, anche in favore dell’indagato.