In quest’ultima settimana la Polizia di Stato, attraverso l’Ufficio Immigrazione della Questura di Firenze, ha lavorato senza sosta per ultimare le complesse e delicate pratiche per l’espulsione dal territorio nazionale di 5 cittadini stranieri che, oltre a non essere in regola con gli obblighi sul soggiorno, sono accusati a vario titolo di crimini, anche gravi, commessi in Italia.
Non sempre l’avvio della procedura di espulsione si concretizza però con il rimpatrio immediato nel proprio Paese d’origine del cittadino straniero irregolare: questo accade, ad esempio, quando gli agenti dell’Immigrazione si trovano di fronte una persona senza alcun documento che ne attesti l’identità e quindi una nazionalità certa. Il lavoro richiede importanti e laboriosi accertamenti ai quali devono obbligatoriamente seguire approfondite verifiche anche attraverso le Autorità estere competenti, le ambasciate e i consolati. In buona sostanza nessuno Stato, al di là dei confini europei, accetterebbe mai di far “ri-entrare” un uomo o una donna espulsi da un’altra nazione, senza avere la certezza che siano effettivamente dei propri cittadini.
Proprio per sopperire a queste eventuali problematiche, che come anticipato ostacolano di fatto l’accompagnamento alla frontiera o il respingimento dell’irregolare, il Questore può emettere un cosiddetto decreto motivato di trattenimento nei Centri per il Rimpatrio dislocati su tutta la Penisola.
Sabato scorso la Squadra Espulsioni della Questura fiorentina ha accompagnato proprio in uno di questi Centri nel Sud dell’Italia un cittadino domenicano di 37 anni. L’uomo, non solo era naturalmente privo di permesso di soggiorno, aveva anche scontato una lunga condanna per aver partecipato ad associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti oltre ad essere ritenuto responsabile di diversi altri reati, tra i quali: lesioni personali, porto d’armi e resistenza a Pubblico Ufficiale. Il Questore della provincia di Firenze, a seguito del provvedimento di espulsione emesso dal Prefetto, ha disposto il suo trattenimento presso un CPR da dove verrà successivamente accompagnato nella Repubblica Domenicana.
Lunedì è stata invece la volta di un cittadino nigeriano di 29 anni nei confronti del quale, per ovvi motivi, la competente Commissione Territoriale di Firenze, aveva dichiarato inammissibile la sua richiesta di asilo. Tra i precedenti penali del 29enne è infatti emersa una accusa di violenza sessuale di gruppo, consumata diversi anni fa nel Sud Italia, nei confronti di una sua connazionale. Secondo quanto ricostruito al tempo, l’uomo avrebbe dato manforte al materiale autore dello stupro, bloccando fisicamente la vittima per impedirle di fuggire e sottrarsi alla violenza. Anche in questo caso, in attesa di aver ultimato gli accertamenti di rito, una volta uscito dal carcere, è stato emesso un provvedimento di espulsione del Prefetto e uno contestuale di trattenimento del Questore presso un altro Centro per il Rimpatrio, questa volta nel Nord Italia.
Espulsione lampo anche per due cittadini tunisini di 33 e 39 anni, arrestati la notte di martedì scorso, dopo un inseguimento delle volanti sui Lungarni, con l’accusa di aver rubato un monopattino dietro Santo Spirito usando degli strumenti da scasso low-cost. Per entrambi non era certo la prima volta che finivano in via Zara: i due erano già conosciuti per una sfilza di precedenti di polizia nell’ambito degli stupefacenti e per diversi reati quali il furto, la rapina, lesioni personali, porto d’armi, resistenza a Pubblico Ufficiale, ricettazione, rissa, danneggiamento e, perfino, minaccia. Ottenuta l’autorizzazione, prevista in questi casi, dell’Autorità Giudiziaria competente, la coppia al momento è stata accompagnata ad un CPR del Nord Italia, dal quale verrà successivamente rimpatriata nel suo Paese di origine.
Venerdì mattina, infine, la Questura ha espulso un cittadino albanese detenuto fino a quel giorno nel carcere di Sollicciano dove doveva scontare una condanna per i reati di estorsione e lesioni personali aggravate. Ritenuto socialmente pericoloso, il Tribunale di Sorveglianza di Firenze gli aveva recentemente applicato, in sostituzione della pena detentiva, la misura alternativa dell’espulsione dal territorio nazionale con accompagnamento alla frontiera per mezzo della forza pubblica. Il Questore ha subito provveduto attraverso il locale Ufficio Immigrazione: gli agenti della Polizia di Stato fiorentina lo hanno imbarcato all’aeroporto di Bologna su un volo scortato per Tirana. Ad attenderlo al suo arrivo, c’era la Polizia albanese che lo ha preso immediatamente in consegna. Non potrà rientrare in Italia per i prossimi 10 anni, se non vuole finire nuovamente in carcere.
Sul rispetto degli obblighi sul soggiorno vigilano costantemente tutte le Forze di Polizia, quotidianamente impegnate sulle strade del capoluogo toscano. Nella realtà gigliata, il rintraccio dei cittadini stranieri, non in regola con le nostre leggi e talvolta autori anche di gravi reati, avviene sempre grazie alla preziosa e ormai storica collaborazione tra Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia Municipale di Firenze: un’unica grande squadra in campo per contrastare la criminalità e garantire la sicurezza…