Si sarebbe presentata all’esame scritto per conseguire la patente di guida con addosso un’insolita attrezzatura, degna tuttavia di una scena dei film di “James Bond”: un minuscolo e quasi invisibile auricolare dentro l’orecchio, nonché un Iphone occultato sotto i vestiti, ben ancorato alla biancheria con quattro supporti metallici cuciti sul body.
Protagonista della vicenda, scoperta nei giorni scorsi alla Motorizzazione Civile del capoluogo toscano, una incensurata cittadina cinese di 42 anni.
Secondo quanto ricostruito dagli agenti delle volanti del Commissariato di Sesto Fiorentino, la donna avrebbe attirato l’attenzione di una esaminatrice addetta anche alla vigilanza degli esami.
Quest’ultima, dopo aver consegnato alla “candidata” delle cuffie per il supporto audio richiesto dalla cittadina straniera, si è accorta che c’era qualcosa che non tornava.
A chiarire questi sospetti ci ha pensato la Polizia di Stato, chiamata a intervenire: gli agenti hanno subito portato alla luce e sequestrato l’articolato sistema di apparecchi elettronici con la quale l’indagata si era organizzata, verosimilmente con l’aiuto di un ignoto complice, per farsi suggerire le risposte giuste dei quiz.
Al momento il reato contestatole, per il principio di specialità del nostro ordinamento giuridico condiviso anche dalla recente giurisprudenza, verrebbe inquadrato nell’articolo 1 della Legge 475 del 1925 (una normativa entrata in vigore quasi cento anni fa e che mira a reprimere la falsa attribuzione di lavori altrui da parte di aspiranti al conferimento di titoli o, come in questo caso, di abilitazioni).