Neanche il tempo di fare colazione, di prendersi un caffè in un bar, che qualcuno ha forzato il carrello posteriore della sua auto parcheggiata in piazza Puccini, portandosi via una mountain bike professionale da 7500 euro.
A fare l’amara scoperta è stato il proprietario della bici che giovedì scorso, per poco più di un attimo, aveva lasciato incustodito - o meglio come si dice in gergo “esposto alla pubblica fede” - il suo tanto prezioso quanto amatissimo mezzo a due ruote.
Il ciclista però non si è dato per vinto e senza perdere tempo ha chiamato subito la Polizia di Stato fornendo una precisa e dettagliata descrizione dell’oggetto sparito nel nulla.
La Sala Operativa della Questura di Firenze ha diramato immediatamente le ricerche a tutte le pattuglie sul territorio e dopo neanche un’ora, una volante, impegnata a Porta al Prato in una serie di controlli al parco delle Cascine, ha visto sfrecciare davanti a sé un uomo in sella a quella che sembrava essere proprio la bici rubata.
Alla vista degli agenti, il sospetto ha tentato la fuga ma è stato subito raggiunto e fermato dalla “pantera”. Si tratta di un cittadino italiano di 36 anni, originario del livornese, già noto proprio nell’ambito di analoghi reati contro il patrimonio.
Appena gli agenti hanno avuto la conferma che si trattava proprio della bici rubata in piazza Puccini, il 36enne è finito in via Zara dove è stato sottoposto a fermo per identificazione e denunciato per ricettazione.
Per quanto riguarda invece la refurtiva, è stata restituita al legittimo proprietario con sua immensa gioia tanto che nei giorni successivi ha scritto una lettera di ringraziamento indirizzata proprio al numero 1 della Polizia di Stato fiorentina: il Questore Maurizio Auriemma.
Con le sue parole viene elogiato l’operato dei due agenti delle volanti che hanno recuperato il maltolto e del loro Funzionario che ha invece coordinato le ricerche.
L’appassionato sportivo scrive: “…per me pedalare vuol dire vivere… il ciclismo è il mio equilibrio che mi è stato portato via il 29 settembre insieme alla bici comprata con tanti sacrifici… Mi sento in dovere - continua poi il ciclista - di informarla che ho verificato attimo per attimo il senso del dovere, la grande dedizione al lavoro, la disponibilità, l’attenzione alle esigenze dei cittadini che animano i Suoi agenti… La ringrazio Signor Questore per l’impegno e la professionalità dei suoi uomini che mi hanno restituito un bene… per me essenziale…”