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La Polizia di Stato arresta due persone dopo il tentato furto di un catalizzatore da un’auto parcheggiata all’Isolotto

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Sala Operativa Questura di Firenze

Oltre all’ipotesi di un possibile “mercato nero” dei pezzi di ricambio, non è escluso che i veri “oggetti del desiderio” potessero essere i pochissimi grammi di metalli preziosi notoriamente contenuti proprio all’interno del dispositivo antinquinamento

Ieri sera la Polizia di Stato ha arrestato due cittadini albanesi di 24 anni, accusati del tentato furto aggravato in concorso di un catalizzatore portato via da un’utilitaria parcheggiata all’Isolotto.

A dare il tempestivo allarme alla Polizia è stato un residente che intorno alle 22.30 si era affacciato alla finestra, dopo aver sentito un forte rumore in strada.

Secondo quanto ricostruito, nel parcheggio di fronte al suo stabile, due uomini erano alle prese con una Honda Jazz: mentre uno faceva verosimilmente da “palo” l’altro era sdraiato sotto la vettura e si stava dando da fare con un seghetto elettrico.

Di fronte all’inequivocabile scena, il solerte cittadino ha urlato ai due di fermarsi e, dopo aver un po’ tergiversato, a questo punto la coppia si sarebbe allontanata velocemente a bordo di una piccola Panda bianca (poi risultata a noleggio).

Descrizioni alla mano del duo e della vettura, la Sala Operativa della Questura di Firenze (in foto) si è messa subito a lavoro seguendo la loro fuga sui monitor del sistema di videosorveglianza cittadina e in pochi istanti i fuggitivi si sono ritrovati intrappolati nella rete delle volanti, all’angolo tra via Torcicoda e via dell’Argingrosso.

Oltre ad un catalizzatore, gli agenti hanno rinvenuto nelle loro disponibilità tutta una serie di strumenti, con molta probabilità, utilizzati per mettere a segno il colpo: un seghetto elettrico “flex”, alcuni seghetti da ferro, chiavi inglesi, un crick professionale ed infine un avvitatore a cricchetto.

Tra le altre cose, dal telefonino di uno degli indagati sono saltate fuori alcune foto di catalizzatori e delle quotazioni del “Rodio”, uno degli elementi impiegati proprio nella costruzione di questi apparecchi.

Proprio l’interesse per il Rodio, secondo una mera ipotesi investigativa, potrebbe aver dato impulso a questa particolare e settoriale tipologia di furto.  

Mentre anni fa erano notoriamente le autoradio ad andare a ruba, oggi l’oggetto del desiderio della criminalità sembrerebbe infatti puntare altrove.

I catalizzatori rubati dalle vetture, oltre ad alimentare possibili mercati illeciti dei pezzi di ricambio, oggigiorno sembrerebbero anche molto ricercati perché al loro interno contengono, se pur in modestissime quantità, metalli preziosi.

Tra questi, come già anticipato, il Rodio che, tanto per fare un esempio, ad oggi ha una quotazione media (riscontrata su fonti aperte) intorno ai 500 euro al grammo (con un valore circa 10 volte superiore all’oro).


26/09/2022
(modificato il 27/09/2022)

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