Da mesi tormentava la sua vittima con messaggi “minatori” per ottenere denaro: all’appuntamento tra i due è intervenuta la Squadra Mobile che ha messo un punto alla vicenda
Martedì scorso la Polizia di Stato ha arrestato un fiorentino di 38 anni per il reato di estorsione: l’uomo riteneva responsabile un ex collega di lavoro di errori sul calcolo delle sue indennità e ne pretendeva il pagamento da quest’ultimo, arrivando anche a minacciare indirettamente la sua famiglia.
La vicenda, ricostruita dalla Squadra Mobile di Firenze, ha avuto inizio nel novembre del 2020, periodo in cui l’arrestato avrebbe cominciato ad accusare l’ex collega, con il quale aveva lavorato in una ditta del capoluogo toscano, di avergli causato un danno economico derivato dalla trascrizione della contabilità aziendale.
Da quel momento per il malcapitato addetto del settore commerciale della società è cominciato un incubo reso tale da tutta una lunga serie di messaggi minatori ai quali la vittima non è potuta rimanere indifferente.
Così, pur di far cessare le gravi minacce a sé e ai suoi cari, l’uomo inizialmente ha ceduto ai ricatti, consegnando al 38enne buste con denaro in almeno un paio di occasioni: prima 250 euro e poi 480.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori l’uomo non sarebbe tuttavia mai stato soddisfatto di quanto ricevuto, riprendendo ogni volta con le sue esplicite minacce, accompagnate da nuove richieste di contanti.
La storia è andata avanti fino allo scorso 8 febbraio quando all’ennesimo inequivocabile messaggio telefonico, la vittima si è rivolta alla Polizia.
Gli agenti della Squadra Contrasto al Crimine Diffuso si sono subito organizzati e, questa volta, al terzo appuntamento per la consegna di altro denaro, in un bar all’Isolotto, si sono presentati anche i “Falchi” della Squadra Mobile.
Mimetizzati tra le persone comuni, i poliziotti in borghese sono entrati in azione non appena è avvenuto il passaggio del denaro: per l’estorsore, già noto alle Forze di Polizia, sono subito scattate le manette.