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78° Anniversario della scomparsa del Questore Reggente di Fiume Giovanni Palatucci: oggi il ricordo della Polizia di Stato di Firenze

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Giovanni Palatucci

78° Anniversario della scomparsa del Questore Reggente di Fiume Giovanni Palatucci: oggi il ricordo della Polizia di Stato di Firenze

 

La Polizia di Stato fiorentina ricorda il Questore Reggente di Fiume Giovanni Palatucci, Medaglia d’Oro al Merito Civile, Giusto tra le nazioni, nel giorno del 78° Anniversario della sua scomparsa.

Nel 1944, dopo aver aiutato numerose persone a sottrarsi al destino riservato loro dalle leggi razziali dell’epoca, Giovanni Palatucci venne arrestato dalla Gestapo e deportato al campo di sterminio di Dachau, dove morì 78 anni fa.

Prima di venir arrestato dai militari tedeschi, con l’accusa di cospirazione con il nemico, Palatucci riuscì con la sua posizione a salvare molte vite dalle barbarie naziste come la famiglia della signora Renata Conforty arrivata questa mattina, insieme al marito Natan Orvieto, per portare la sua preziosa testimonianza sulla vicenda: “Se oggi sono qui lo devo a Giovanni Palatucci che non posso che definire come un gentiluomo… un anno prima che io nascessi salvò la vita ai miei genitori, fornendo loro rifugio in una soffitta dove trascorrere la notte e i documenti necessari per sfuggire l’indomani ai nazisti.”

Questa mattina, in occasione della ricorrenza, alle ore 12.00, nel piazzale della Caserma della Polizia di Stato Fausto Dionisi in Lungarno della Zecca Vecchia, il Questore Maurizio Auriemma ha ripercorso, insieme alle Autorità cittadine e a rappresentanti della Comunità Ebraica, una tradizione millenaria di questo popolo fortemente segnato nel corso della storia.

Per mantenere vivo il segno lasciato da Giovanni Palatucci tutte le Autorità civili e militari presenti hanno infatti deposto simbolicamente una pietra sul terreno interno alla struttura, dove cresce l’ulivo già precedentemente dedicato al nostro martire.

“Il gesto, carico di significato - ha spiegato il Questore Maurizio Auriemma - ripercorre proprio un’antica usanza ebraica che ci riporta indietro nel tempo, a quando questo popolo errante era costretto a seppellire i propri morti nel deserto. In tale circostanza gli ebrei erano soliti lasciare dei sassi sulle tombe dei loro cari per lasciare un segno nel tempo che altrimenti il vento avrebbe finito per spazzar via insieme alla sabbia. Quest’anno, d’intesa con la Comunità Ebraica abbiamo cercato di fondere le tradizioni dei nostri popoli per ricordare la grande umanità e il profondo senso del dovere verso il valore della vita di un poliziotto eroe del suo e del nostro tempo. Le sue azioni salvarono la vita a moltissimi ebrei ed oggi tutti noi gli rendiamo omaggio con una delle più antiche tradizioni di questo popolo. Ogni solida pietra posata sulla lapide a lui dedicata tra le mura della nostra caserma, rappresenta la volontà di ogni generazione, passata, presente e futura, di non far mai disperdere il ricordo di Giovanni Palatucci e delle sue gesta, come sabbia nel vento.”

Tra le Autorità e gli ospiti che hanno seguito l’iniziativa, presente il Prefetto Francesca Ferrandino, il Presidente del Consiglio Comunale fiorentino Luca Milani (in rappresentanza del Sindaco), il Presidente della Comunità ebraica cittadina Enrico Fink, il Cappellano Provinciale della Polizia di Stato Monsignor Luigi Innocenti e i rappresentanti della locale Sezione A.N.P.S.

Giovanni Palatucci è stato riconosciuto nel 1990 dallo Yad Vashem di Gerusalemme “Giusto tra le nazioni” e nel 1995 è stato insignito della Medaglia d’Oro al Merito Civile con la seguente motivazione: «Funzionario di Polizia, reggente la Questura di Fiume, si prodigava in aiuto di migliaia di ebrei e di cittadini perseguitati, riuscendo ad impedirne l'arresto e la deportazione. Fedele all'impegno assunto e pur consapevole dei gravissimi rischi personali continuava, malgrado l'occupazione tedesca e le incalzanti incursioni dei partigiani slavi, la propria opera di dirigente, di patriota e di cristiano, fino all'arresto da parte della Gestapo e alla sua deportazione in un campo di sterminio, dove sacrificava la giovane vita.»

 

 


10/02/2023

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