Questura di Ferrara

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Furti alla Certosa. La Mobile arresta il responsabile

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L'indagine trae origine dal susseguirsi di spiacevoli episodi di furto verificatisi dall'inizio dell'anno nei cimiteri della città, soprattutto all'interno del cimitero Certosa. L'autore di questi furti sorprendeva le loro anziane vittime mentre erano intente a pregare o impegnate nelle operazioni di pulizia delle tombe dei loro defunti ed approfittando di questa situazione particolare rubava loro le borse o gli effetti personali lasciati incustoditi anche se solo per qualche istante. Un input fondamentale avviene a seguito di una denuncia di furto sporta da una donna l'8 maggio scorso, nella quale formalizzava che nella stessa mattinata era stata derubata della sua borsa mentre si trovava all'interno del cimitero Certosa. Dentro alla borsa, oltre ad effetti personali denaro e chiavi di vetture in suo uso, vi erano i suoi due telefoni cellulari di marca Nokia e LG. Di quest'ultimo la donna forniva in seguito anche il numero di IMEI, utile agli investigatori per poter risalire ad un eventuale utilizzatore. Nell'immediatezza del furto la vittima richiedeva l'intervento di una pattuglia della Polizia di Stato che, arrivata sul posto, iniziava la prima attività di indagine. Questo consentiva agli operatori di Polizia di apprendere direttamente dal personale AMSEFC che da diversi giorni era stato notato aggirarsi all'interno del cimitero il noto ferrarese F.F. - queste sono le iniziali del suo nome - cl. 1970. Veniva richiesto di acquisire il traffico telefonico pregresso del numero di IMEI del telefono rubato alla donna dal quale si poteva notare come qualcuno avesse composto, con quel telefono immediatamente dopo il furto, il numero di cellulare del predetto, persona a lei sconosciuta ma ben conosciuto alle Forze dell'Ordine per i suoi numerosi precedenti penali per reati gravissimi contro la persona ed il patrimonio. Il successivo 8 giugno F.F., è stato arrestato in flagranza di reato da una pattuglia della Squadra Volanti, per aver derubato una donna all'interno del cimitero Certosa (ed immediatamente liberato). Gli investigatori della Squadra Mobile ritenevano comunque opportuno chiedere l'acquisizione del traffico telefonico pregresso del numero di telefono del sospettato allo scopo di verificare se la cella agganciata dal suo telefono in determinate fasce orarie fosse compatibile o vicina alle celle che operavano nelle zone in cui si erano verificati tutta una serie di furti analoghi a quello su cui si stava indagando. L'analisi consentiva di evidenziare come il telefono di F.F. non fosse a casa nei momenti immediatamente successivi ad alcuni furti consumati ai danni di persone all'interno di cimiteri. Addirittura l'8 maggio il telefono del F.F., nell'orario indicato nella denuncia sporta dalla vittima del furto, aveva agganciato la cella che opera in pieno centro cittadino e molto vicino al cimitero Certosa. In accordo col PM titolare delle indagini si effettuava una perquisizione domiciliare a carico di F.F. il cui esito consentiva di sequestrare numerosi oggetti (telefoni, tessere sanitarie e tessere bancomat) asportati in altrettanti furti avvenuti nei cimiteri. Il tracciato dei telefoni rubati consentivano di rintracciare i legittimi proprietari nonché venire a conoscenza di nuovi episodi di furti avvenuti all'interno di una struttura sanitaria in cui venivano ospitati pazienti con gravi problemi fisici e in terapia di riabilitazione, persone che corrispondono alla tipologia di vittime prese di mira nei cimiteri e quindi soggette allo stesso "modus operandi" dell'autore dei furti. Altro fattore importante veniva fornito da un appartenente alle Forze dell'Ordine il quale, in visita al cimitero Certosa per motivi familiari, incrociava F.F. mentre si allontanava frettolosamente dal cimitero. Solo successivamente l'Agente veniva a conoscenza di un episodio di furto avvenuto pochi istanti prima dell'incrocio col noto personaggio e quindi si adoperava per fornire gli elementi adatti ed utili per riconoscerlo come l'autore del furto. Non solo le Forze dell'Ordine si erano attivate per contrastare questo susseguirsi di episodi di furti che si stavano verificando nei cimiteri cittadini, ma anche l'AMSECF aveva allertato i suoi dipendenti allo scopo di sensibilizzarli a fare attenzione a persone sospette che si aggiravano tra le tombe; ebbene anche costoro, pur non avendo mai assistito a furti, notavano la presenza assidua e apparentemente senza motivo nei cimiteri del F.F. Il 22 agosto avviene un altro episodio di furto perpetrato ai danni di una anziana sempre in Certosa; durante un momento di distrazione della donna dovuto al fatto che stava cambiando l'acqua ai fiori davanti alla tomba di un suo caro, un uomo le rubava la borsetta e scappava. La donna, alla visione di un album fotografico, riconosceva senza ombra di dubbio la foto riportante il volto di F.F. A seguito di questa attività di indagine ed in piena sintonia col PM titolare delle indagini, si richiedeva l'emissione di un Ordine di Custodia Cautelare in Carcere nei confronti di F.F. il quale veniva disposto ed eseguito il 4 novembre.


06/11/2014

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