In un appartamento di via Mortara, ex garage trasformato in monolocale, era stata segnalata attività di spaccio di cocaina da parte di due extracomunitari di origine tunisina. I clienti si rivolgevano agli occupanti di tale appartamento suonando al campanello. Gli spacciatori facevano entrare il cliente che veniva "servito" di sostanza stupefacente del tipo marijuana, hashish o cocaina. Il tutto in ore serali. A volte si formava una coda fuori dalla porta che ha destato sospetti del vicinato e da qui la segnalazione al 113. La Sezione antidroga coordinata dal dirigente della Squadra Mobile Andrea Crucianelli effettuati gli opportuni accertamenti sulla veridicità e attendibilità della segnalazione predisponeva alcuni servizi serali al fine di intervenire all'interno dell'appartamento. Nella scorsa notte gli agenti dell'antidroga appostati nella zona, notavano l'arrivo di un taxi dal quale scendevano due extracomunitari, uno dei quali conosciuto perché sottoposto alla misura di sicurezza della Libertà vigilata proprio scaturita da una precedente condanna per spaccio di stupefacenti presso il parco urbano. A questo punto si decideva l'irruzione del monolocale. Uno degli agenti si fingeva un cliente suonando al campanello e gli operatori, una volta aperta la porta, entravano bloccando gli occupanti sorpresi all'interno dell'immobile. La scena presentatasi era la seguente: i due tunisini giunti pochi minuti prima in taxi, M.H classe 1981 e K.I. classe 1980 stavano preparando alcune righe di cocaina su un piatto; K.I aveva ancora nelle mani l'ultima dose che a fatica veniva recuperata dagli agenti. Altri due tunisini, fratelli occupanti l'immobile, M.A. classe 1987 e M.I. classe 1981, stavano preparando delle "canne" di hashish. Durante la perquisizione venivano recuperati quindi diversi grammi di cocaina, marijuana e hashish destinati in parte ad eventuali clienti che di li a poco sarebbero giunti e "bussare" alla porta dell'appartamento adibito a "negozio di droghe". Tutti e quattro i tunisini sono risultati irregolari sul territorio italiano.
Accompagnati i predetti negli uffici della Squadra Mobile, K.I. ad un certo punto andava in escandescenza e con atti di autolesionismo sferrava alcune testate ad un armadio metallico dell'ufficio antidroga procurandosi una ferita e danneggiando gli arredi e un P.C. sulla scrivania della stanza. Gli agenti subito intervenivano per limitare i danni che il tunisino si stava procurando. Nel fare ciò un agente si feriva ad una mano e gli altri tre subivano alcuni colpi accusando contusioni minori non refertate e non bisognose di cure immediate. Sul posto interveniva l'ambulanza che poi conduceva il tunisino ferito al Pronto soccorso dove applicavano alcuni punti all'arcata sopraccigliare con prognosi di giorni quattro. K.I. per tale comportamento è stato quindi tratto in arresto in flagranza del reato di resistenza a p.u. e lesioni nonché per danneggiamento aggravato di beni dello stato. Il P.M. di turno disponeva l'associazione del tunisino clandestino e s.f.d in carcere per la direttissima che è avvenuta poche ore dopo. Nel pomeriggio di ieri infatti il giudice monocratico del Tribunale di Ferrara convalidava l'arresto e lo condannava con rito abbreviato alla pena di 4 mesi di reclusione e sequestro conservativo della somma sequestrata al tunisino quale parziale rimborso allo stato per i danni agli arredi. I quattro in data odierna denunciati in stato di libertà per il reato di spaccio e per due di loro per porto illegale di armi proprie (un coltello serramanico occultato nei pantaloni per K.I. e una storditore elettrico per M.K. - quello sottoposto a Liberta controllata).