Questura di Ferrara

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OPERAZIONE JACKAL

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dipendenti AMSEFC i quali, profittando della loro funzione e delle operazioni di esumazione (ndr recupero dei resti delle salme seppellite in terra) ed estumazione (ndr recupero dei resti delle salme seppellite in loculi) dei cadaveri, sottraevano i preziosi e i beni custoditi nei loculi o sulle salme al fine di rivenderli presso aziende specializzate di compro oro usato nelle province di Ferrara e Rovigo. 3 indagati in stato di libertà per peculato e 2 per omessa denuncia.

A seguito di un'attività svolta dalla Questura (polizia amministrativa e squadra mobile) di controllo dei "compro oro" cittadini è emerso dai loro registri che un individuo in particolare andava settimanalmente, a volte anche più volte alla settimana, a vendere monili. Quello che ha insospettito gli investigatori è stato ciò che veniva venduto ossia fedi nuziali, ciondoli, camei, collanine ecc.; tutto quest'oro, inoltre, aveva un aspetto antico, d'altri tempi; non avevano lo stile moderno attuale.

Accertamenti sulla persona hanno rilevato trattarsi di un dipendente dell'Azienda di Servizi Funebri denominata AMSEFC, ossia personale che effettuava scavi delle tombe nei cimiteri per dissotterrare le bare e cremarle dopo un certo lasso di anni secondo la normativa. E' parso strano agli investigatori della squadra mobile che una persona potesse vendere con così costanza fedi nuziali per cui da approfondimenti nei registri dei compro oro si è verificato che anche altri due dipendenti avevano venduto in un'occasione monili dall'aspetto antico.

Sono dunque scattate le indagini ed il sospetto era quello che i dipendenti potessero trafugare oro dai cadaveri che i parenti avevano loro lasciato a ricordo nella bara dopo la loro morte.

Gli ulteriori accertamenti esperiti al riguardo hanno permesso di accertare che effettivamente I. M., dipendente della azienda, con qualifica di operaio comune addetto ai servizi cimiteriali, nell'arco di tempo esaminato, con continuità e costanza, si era recato, in varie occasioni, in negozi di compro oro di questa città, per rivendere monili in oro - per lo più fedi e catene -, così come emerge dalla lista delle operazioni di vendita effettuate presso la citata azienda del settore; proprio per la tipologia degli oggetti rivenduti e la ripetitività degli eventi facevano ritenere più che plausibile l'ipotesi di reato.

Le successive indagini hanno permesso di verificare la rispondenza tra le date delle vendite e i lavori di estumulazione effettuati nei cimiteri comunali.

A seguito di tali rispondenze venivano installate delle telecamere nel cimitero di San Martino per verificare i movimenti degli operai dato che avrebbero dovuto effettuare dei lavori che sarebbero durati un mese.

Le operazioni di video - ripresa espletate hanno dimostrato inequivocabilmente che gli operai sapevano l'un l'altro delle operazioni che stavano effettuando, si vede chiaramente mentre parlottano tra loro pulendo l'oro appena tirato su dalle bare; si vede chiaramente quando lo mettono in un secchio per pulirlo e quando lo ripongono nel marsupio; addirittura cercano di indovinarne il peso con la mano passandosi i monili tra di loro.

Quasi ad ogni giornata corrispondeva una vendita nei compro oro ed il monile venduto veniva sequestrato.

La correlazione fra quanto astrattamente previsto dal Regolamento di Polizia Mortuaria e la condotta posta in essere dagli indagati, sopra descritta, evidenzia una serie di violazioni, aventi non soltanto rilevanza sotto il profilo disciplinare, ma anche penale, tanto da integrare il delitto di peculato.

Sulla scorta delle considerazioni si ritiene di configurare nel comportamento degli indagati il reato di "peculato", considerato che la penale violazione posta in essere dagli indagati T.G., I.M. e C.A., è stata commessa durante l'orario di lavoro e quindi nella loro qualità di incaricati di pubblico servizio su mandato dell'AMSEFC, azienda ex municipalizzata ed ora società per azioni a capitale pubblico.

È fuori dubbio che le vendite effettuate nei giorni concomitanti ai lavori nel cimitero riguardino monili prelevati dalle tombe dei cadaveri riesumati sia perché dalle telecamere si vede in maniera evidente gli indagati pulire i monili mentre li tengono in mano sia perché dai successivi sequestri è altrettanto evidente trattarsi di monili con lavorazioni spesso appartenenti ad epoche passate ed infine perché quasi tutti i monili sottoposti a sequestro sono stati riconosciuti dai parenti ai quali era stato detto di non aver trovato nulla nella bara.


15/12/2012

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