MALTRATTA LA MOGLIE: AMMONIMENTO DEL QUESTORE
L’impennata di violenza non si arresta, tante, troppe donne continuano a subire maltrattamenti e a morire. Già nello scorso lockdown sono aumentate le violenze domestiche in quanto le donne rinchiuse in casa con i loro aguzzini avevano ancor più difficoltà nel chiedere aiuto. I numeri della violenza di genere, una donna ogni tre giorni è vittima di femminicidio, per sette donne su dieci ha il volto del marito, compagno e fidanzato, oltre 2.000 sono gli orfani di madre che non ci sono più, ci restituiscono l’immagine di una società che non riesce a liberare le donne dal loro inferno privato, reso ancora più livido dalla pandemia. Le armi del diritto, della legalità e della giustizia non riescono ad arginare un fenomeno che richiede un deciso cambiamento culturale, più forte dell’indifferenza, dell’intolleranza e dell’ignoranza, capace di restituire a ciascuna donna il diritto a essere pienamente libera, pienamente se stessa.
Una convivenza caratterizzata, fin dall’inizio, da continue vessazioni, minacce, violenze da parte del coniuge nei confronti della moglie nonché madre del figlio minore, aggravata da un uso smodato di sostanze alcoliche.
La vittima, una 30enne, ha descritto agli Agenti la situazione, delineando un quadro di soprusi e violenze, fisiche e verbali, che si sono protratte per tutta la durata del loro rapporto coniugale.
Tre anni d’inferno, dal 2018 inizia a subire una lunga serie di atti violenti, dovuti verosimilmente al continuo abuso di bevande alcoliche e a immotivati scatti d’ira del coniuge. Schiaffi al volto, spinte e sovente dopo essere caduta, calci nelle gambe, senza mai andare bene in ospedale e denunciare per paura di ritorsioni.
Nel tempo la situazione è degenerata ulteriormente e l’uomo è arrivato a minacciare di morte la donna, dicendole che l’avrebbe potuta uccidere in qualsiasi momento.
L’ultimo evento nel dicembre 2020 quando dopo di una discussione, alla presenza del figlio minore, impaurita dall’atteggiamento sempre più aggressivo e violento, decideva di denunciare l’accaduto.
Il Questore Capocasa, dopo gli ultimi eventi lesivi, previa verifica dei fatti indicati, attraverso l’acquisizione dei necessari elementi informativi e delle dichiarazioni rese dalle persone informate sui fatti, ha disposto la misura dell’AMMONIMENTO.
Con la misura dell’AMMONIMENTO, viene intimato all’uomo di desistere da comportamenti e atti che possano mettere in pericolo l’incolumità o la sicurezza fisica o psicologica dei familiari, informandolo sulla fondamentale ’importanza del protocollo ZEUS, (realizzato a Ferrara nel dicembre 2020 e adottato da altre 10 Questure ), che prevede un percorso trattamentale di recupero volontario degli uomini maltrattanti che può rivelarsi particolarmente prezioso per tutelare meglio le donne e interrompere una rischiosa escalation nonchè prevenire tante possibili forme di violenza di genere. Intervenire in tempo vuol dire arrestare quel circuito e spesso scongiurare conseguenze molto gravi.
Il Questore Capocasa :- “ Siamo consapevoli che queste battaglie sono difficili e complesse. Il percorso è lungo, ma se lo percorriamo insieme, in sinergia con la stessa intensità, con lo stesso impegno, con lo stesso coinvolgimento emotivo, quell’impegno dell’eliminazione delle violenze contro le donne passerà da ambizioso proposito a una realtà concreta”.