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POLIZIA DI STATO: ARRESTO DELLA SQUADRA MOBILE

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POLIZIA DI STATO: ARRESTO DELLA SQUADRA MOBILE

Gli uomini della Squadra Mobile hanno arrestato, in Esecuzione dell’Ordine di esecuzione per la carcerazione emesso dalla locale Procura due uomini e una donna tutti rumeni:

S. C. del 1981;

B. F. del 1967;

B.M. del 1967.

Gli stessi sono stati condannati con sentenza definitiva della Corte d’Appello di Bologna e confermata dalla Corte di Cassazione,  rispettivamente alla pena di anni 6 e mesi 6 di reclusione,  anni 8 di reclusione ed anni 8 di reclusione per il reato, in concorso, di sfruttamento della prostituzione minorile.

L’indagine ha preso avvio nel settembre 2010 quando a Ferrara vennero controllati due uomini  che viaggiavano a bordo di un’autovettura Audi A3  trovati in possesso di due carte d’identità intestate ad una donna rumena, aventi il medesimo numero di serie, e sulle quali erano riportati: l’immagine della stessa persona, gli stessi dati anagrafici anche se con date di nascita differenti in una era indicato il 1994, mentre nell’altra il 1992.

I documenti vennero sequestrati dall’equipaggio della volante che eseguì il controllo ed in quel frangente le contestazioni vennero mosse nei confronti dei due uomini dal momento che l’interessata, vale a dire la persona la cui immagine era applicata sui documenti, non era presente in macchina.

L’attività investigativa ha avuto inizio in quanto è stato messo in correlazione il  sequestro dei documenti con un successivo arresto da parte di una volante dell’U.P.G.S.P. di  una giovane donna che, mentre era intenta a prostituirsi, aveva esibito per l’identificazione un documento rumeno risultato falso.

 

La giovane arrestata  aveva fornito  un documento nel quale era apposta la fotografia  riportata sui documenti sequestrati ai due uomini rumeni ma  con altre generalità,  facendone così risultare la  maggiore età della ragazza.

 

Gli investigatori, anche attraverso le attività tecniche di intercettazioni,  hanno accertato che la ragazza era minorenne ed era stata portata in Italia con la promessa di un lavoro come badante o colf, invece  era stata destinata alla prostituzione di strada dai suoi connazionali che ne sfruttavano il meretricio.

La ragazza alla quale avevano fornito il documento con le false generalità per farla risultare maggiorenne e un alloggio in un b&b situato nei pressi di Ferrara veniva controllata durante la sua attività di meretricio.

 

Le dichiarazioni rese dalla parte lesa hanno trovato precisi riscontri nell’attività svolta dagli investigatori infatti  gli indagati sono stati poi condannati dalla Corte di Appello di Bologna per il reato di prostituzione minorile in concorso, recentemente confermata dalla Suprema Corte.

 

 


28/05/2021

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