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IL QUESTORE RICORDA L’UCCISIONE DI GIOVANNI FALCONE

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IL QUESTORE RICORDA L’UCCISIONE DI GIOVANNI FALCONE

Ricordare l’uccisione di Giovanni Falcone, di sua moglie e degli uomini della sua scorta è essenziale per rinsaldare i valori della legalità e della civile convivenza.

Ricorda l’uccisione in un momento di emergenza sanitaria in cui l’economia legale sta subendo e subirà uno shock importante, si delineano due scenari significati: da un lato molte aziende in crisi diventano obiettivi molto appetibili per le organizzazioni criminali che dispongono di grandi quantitativi di denaro, dall’altro, siccome il nostro Paese sta immettendo risorse per sostenere l’economia, le organizzazioni criminali hanno tutto l’interesse a intercettare questi flussi.

L’attività di contrasto presuppone due momenti fondamentali : l’analisi del fenomeno, attraverso un corretto, coordinato e costante scambio di informazioni  a livello internazionale e la predisposizione di una strategia globale di contrasto con l’istituzione di una “cabina di regia”, un Osservatorio permanente sulla criminalità del post emergenza, a composizione interforze, con il compito di elaborare strategie di prevenzione e contrasto delle possibili infiltrazioni nel tessuto economico-finanziario post emergenziale anche attraverso software che consentano un’analisi predittiva di scenario in grado di anticipare i rischi legati alla minaccia.

Purtroppo non siamo ancora ai titoli di coda, siamo ancora dentro la minaccia che è ancora più subdola perché alle bombe, alle guerre, alle pistolettate hanno sostituito i broker del mercato mondiale degli  stupefacenti, i grandi colletti bianchi, le importanti transazioni economiche e finanziarie. Oggi  più che mai le mafie rappresentano per noi un obiettivo primario e io credo che lo Stato sia pronto, ma l’antimafia la fanno prima di tutto i cittadini, le comunità, prosciugando i bacini in cui vivono le organizzazioni criminali. Occorre una riscossa di civiltà fino alla sconfitta definitiva, con il dialogo nella società, nelle scuole e soprattutto con una speciale attenzione  all’educazione alla legalità dei giovani, contesto in cui l’impegno dell’Associazione Libera da 26 anni contro le mafie per la giustizia sociale, è un valore aggiunto nella continuità, nella proposta e nella condivisione.

Afferma Antonio Caponnetto, capo del Pool antimafia dopo l’assassinio di Rocco Chinnici: “ la mafia teme la scuola più della giustizia, l’istruzione toglie l’erba sotto i piedi della cultura mafiosa”, volendo significare che il modo migliore per combattere la mafia è diffondere la cultura e l’istruzione, in modo che le persone possono essere più consapevoli dei loro diritto e dei loro doveri.

Per questo la scuola è la prima istituzione che i mafiosi cercano di distruggere, una persona dotata di istruzione e di un cervello libero e pensante non potrà essere facilmente condizionata e saprà distinguere il bene dal male, ciò  che è onesto e legale da ciò che è mafioso.

 


22/05/2021

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