Una convivenza con il proprio compagno durata pochi mesi costellata da continue discussioni familiari sino all’uso della violenza, sia di natura fisica che psicologica tali da cagionare alla donna precarie condizioni di vita e un perdurante stato di ansia.
L’ultimo atto di violenza, si manifestava con una grave perdita di controllo, a causa della manifesta volontà della donna di allontanarlo dalla propria abitazione per i continui litigi dovuti essenzialmente a motivi di gelosia . Non accettando la separazione, iniziava dapprima ad ingiuriarla e poi a percuoterla sino a cagionarle delle lesioni.
La parte offesa precisava che non era il primo episodio di violenza che subiva dall’inizio della loro relazione, ma nelle altre circostanze non aveva mai denunciato i maltrattamenti subiti.
Immediatamente, stante la gravità della vicenda, si avviava una indagine attraverso la procedura del “codice rosso”, conclusasi con l’emissione da parte del GIP della misura cautelare personale “ dell’allontanamento dalla casa familiare” del maltrattante, con prescrizione di non avvicinarsi ai luoghi di abituale abitazione privata della vittima e a tutti i luoghi in cui si svolgono le ordinarie attività di vita della vittima.
Il Questore Capocasa, dopo gli ultimi eventi lesivi, previa verifica dei fatti indicati, attraverso l’acquisizione dei necessari elementi informativi e delle dichiarazioni rese dalle persone informate sui fatti, ha disposto la misura dell’AMMONIMENTO , il 30° dall’inizio dell’anno.
Con la misura dell’AMMONIMENTO, viene intimato all’uomo di desistere da comportamenti e atti che possano mettere in pericolo l’incolumità o la sicurezza fisica o psicologica dei familiari, informandolo sulla fondamentale importanza del protocollo ZEUS, (realizzato a Ferrara nel dicembre 2020 e adottato da altre 10 Questure ), che prevede un percorso trattamentale di recupero volontario degli uomini maltrattanti che può rivelarsi particolarmente prezioso per tutelare meglio le donne e interrompere una rischiosa escalation nonchè prevenire tante possibili forme di violenza di genere. Intervenire in tempo vuol dire arrestare quel circuito e spesso scongiurare conseguenze molto gravi.
E’ bene ricordare che la Questura di Ferrara si è dotata di una sala di ascolto creata appositamente per mettere a proprio agio le persone che hanno vissuto storie di dolore, di sofferenza e di abuso, dove cercare di ricostruire il loro vissuto.
In questa ottica, la Divisione Anticrimine ha attivato un servizio di vicinanza e di ascolto che prevede la comunicazione periodica con la parte offesa da parte del personale specializzato della Polizia di stato, che in queste ultime due settimane ha permesso di contattare e ascoltare le vittime rilevando che al momento non sono emerse criticità e i comportamenti dei maltrattanti si sono interrotti.
Ricorda il Questore: “Aiutateci ad aiutarvi. Denunciate sempre”.