Questura di Ferrara

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MALTRATTA LA CONVIVENTE AMMONIMENTO E ALLONTANAMENTO DALLA CASA FAMILIARE

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MALTRATTA LA CONVIVENTE AMMONIMENTO E ALLONTANAMENTO DALLA CASA FAMILIARE

L’impennata  di violenza non si arresta, tante, troppe donne continuano a subire maltrattamenti e a morire. Già nello scorso lockdown sono aumentate  le  violenze domestiche in quanto le donne rinchiuse in casa con i loro aguzzini avevano ancor più difficoltà nel chiedere aiuto.

Non abbassiamo la guardia, la lotta alla violenza di genere deve continuare e invitiamo le donne, come sempre,  a denunciare, per salvaguardare la loro incolumità, la loro vita  e  rivolgersi ai centri e agli sportelli antiviolenza.

 

Una convivenza con il proprio coniuge, che nel tempo aveva assunto progressivamente  connotati di sempre maggiore invadenza e aggressività  per lo più per futili motivi, sfociate in accese discussioni, ma mai caratterizzate da violenza fisica.

Terminato il rapporto, l’uomo  iniziava a perseguitare la vittima, tempestandola di telefonate e minacciandola sino all’uso della violenza, sia di natura fisica  che psicologica. In varie circostanze, negli ultimi tre mesi, l’ex coniuge , anche alla presenza dei figli minori, non accettando la nuova relazione,  dopo averla insultata e minacciata la colpiva con calci, schiaffi e continui strattoni sino ad  afferrarla per il collo e stringerlo  con forza, cagionando alla donna lesioni personali consistite in ecchimosi sul collo  compatibili con tentativo di strangolamento.

Alla violenza fisica si aggiungeva quella di natura psicologica sottoponendola  ad atti di sofferenza e di umiliazione  infamando e denigrando la sua figura di madre e di donna anche dinanzi ai figli, accusandola  di tradimento e di non essere una buona madre.

 

Il Questore Capocasa, dopo gli ultimi eventi lesivi, previa verifica dei fatti indicati, attraverso l’acquisizione dei necessari elementi informativi e delle dichiarazioni rese dalle persone informate sui fatti,  ha  disposto la misura  dell’AMMONIMENTO e, stante la gravità della vicenda, l’indagine avviata dalla Squadra Mobile  attraverso la procedura del  codice rosso  si è conclusa con l’emissione da parte del GIP della  misura cautelare personale    “dell’allontanamento dalla casa familiare “con prescrizione di non avvicinarsi ai luoghi di abituale abitazione privata, al domicilio della famiglia d’origine, al luogo di lavoro, all’autovettura e a tutti i luoghi in cui si svolgono le ordinarie attività di vita  della vittima. 

 

IL “ CODICE ROSSO ”.

La legge 19 luglio 2019, n. 69 (c.d. Codice Rosso) è una legge che tutela le vittime di violenza domestica e di genere. Il nome della legge ricorda l’ordine di precedenza accordata in pronto soccorso a quei casi che necessitano un intervento immediato, vista la gravità della situazione. Così accade anche per le denunce e le indagini riguardanti casi di violenza, atti persecutori e maltrattamenti.

 

Cosa si intende per “violenza domestica”?

La definizione di «violenza domestica», è espressa dall’art. 3, co. 1, d.l. 93/2013, conv. dalla l. 113/2013, in base a quanto previsto dalla Convenzione di Istanbul contro la violenza nei confronti delle donne: «si intendono per violenza domestica uno o più atti, gravi ovvero non episodici, di violenza fisica, sessuale, psicologica o economica che si verificano all’interno della famiglia o del nucleo familiare o tra persone legate, attualmente o in passato, da un vincolo di matrimonio o da una relazione affettiva, indipendentemente dal fatto che l’autore di tali atti condivida o abbia condiviso la stessa residenza con la vittima»

La Squadra Mobile della Questura di Ferrara nei primi tre mesi del 2021 ha gestito 41 condotte di violenza domestica che hanno originato altrettante deleghe d’indagine da parte dell’A.G estense e della Procura per i minorenni di Bologna, procedendo a 39 denunce ed eseguendo due misure di allontanamento dalla casa familiare.

I casi trattati risultano così suddivisi: 12 di maltrattamenti in famiglia, 7  di atti persecutori c.d. Stalking, 12 di lesioni avvenute in ambito domestico, 5 di violenza sessuale, 2 di molestie o disturbo alle persone, 1 di bullismo, 1 di sottrazione di minori, ed 1  di abuso dei mezzi di correzione.

Nella maggior parte degli episodi  (21), l’attività investigativa si pone quale naturale proseguimento dell’intervento della volante chiamata dalle vittime o dai testimoni per liti in famiglia.

Seguono le denunce presentate presso l’Ufficio della Questura e nei casi più gravi o complessi ricevute direttamente dal personale specializzato nell’ascolto delle vittime di reato appartenenti alle cd. fasce deboli, incardinato presso la Squadra Mobile.

Nel primo trimestre sono 11 le denunce da cui è stata avviata un attività d’indagine relativa a casi rientranti nel novero del codice rosso.

Anche i referti medici provenienti dalle locali strutture sanitarie hanno consentito di avviare 5 attività investigative.

Infine, esposti e segnalazioni provenienti da Enti, Istituzioni e cittadini consentono alla Squadra Mobile di far luce su casi non denunciati direttamente dalle vittime. Sono tre gli esposti trattati nel primo trimestre provenienti  tutti da Istituti scolastici del territorio estense.

Sono state circa una decine le attività d’indagine subdelegate da altre Procure del Territorio nazionale ed eseguite in collaborazione con gli omologhi  Uffici investigativi.

Fondamentali risultano la formazione e l’aggiornamento degli operatori che interagiscono con le vittime appartenenti alle cd. fasce deboli ovvero donne, minori, disabili, per le quali la legge prevede l’assistenza di un esperto in psicologia o psichiatria infantile durante le fasi della narrazione della violenza subita.

L’operatore della volante che interviene in prima battuta, il poliziotto che raccoglie la denuncia o l’investigatore che accanto al magistrato segue e approfondisce le delicate situazioni che gli si pongono davanti dovranno avere cura di raccogliere tutti gli elementi possibili senza far rivivere inutilmente (cd vittimizzazione secondaria) i traumi subiti.

Per questo gli Uffici della Questura che si occupano di questa materia ovvero, Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico per quanto concerne gli aspetti relativi al primo intervento, la Divisione Anticrimine presso cui è incardinato l’Ufficio Minori per quanto riguarda l’istruzione e irrogazione dei provvedimenti di Ammonimento del Questore e la Squadra Mobile in relazione agli aspetti investigativi operano in perfetta sinergia, cercando di cogliere l’essenza del racconto della vittima per proporle lo strumento giuridico più appropriato alla situazione concreta.  Al fine di ridurre al minimo  il disagio del racconto, in Questura è presente una sala ascolto dove il poliziotto affiancato dal magistrato, o dallo psicologo ascolta e acquisisce gli elementi utili per gli sviluppi investigativi.

La Polizia di Stato ha al suo interno la figura del poliziotto psicologo che ha fatto un percorso di studi specializzato in psicologia ma che al contempo essendo anche un poliziotto riesce a finalizzare al meglio l’audizione, seguendo linee guide elaborate da esperti e dando al magistrato titolare delle indagini un’indicazione circa la capacità di rendere testimonianza.

La rete costruita dalla Questura di Ferrara in questa materia però non si limita alla sinergia interna, infatti grande rilevanza rivestono i rapporti con le altre Istituzioni che si occupano di violenza domestica. Psicologi e psichiatri forniti dall’Ordine degli Psicologi dell’Emilia Romagna forniscono la loro preziosissima opera quando necessario mentre l’assistenza e il supporto logistico vengono fornite dal Centro Donne e Giustizia che si occupa anche delle campagne mediatiche di sensibilizzazione sulla violenza di genere.

E’ fondamentale sottolineare l’importanza del protocollo ZEUS, (realizzato a Ferrara nel dicembre  2020 e adottato da altre 10 Questure ), che prevede un percorso trattamentale di  recupero volontario degli uomini maltrattanti che può rivelarsi particolarmente prezioso per tutelare meglio le donne e interrompere una rischiosa escalation nonchè prevenire tante possibili forme di violenza di genere.  Intervenire in tempo vuol dire  arrestare quel circuito e spesso scongiurare conseguenze molto gravi.

 

Il Questore Capocasa :- “ Siamo  consapevoli che queste battaglie sono difficili e complesse. Il percorso è lungo, ma se lo percorriamo insieme, in sinergia con la stessa intensità, con lo stesso impegno, con lo stesso coinvolgimento emotivo, quell’impegno dell’eliminazione delle violenze contro le donne passerà da ambizioso proposito a una realtà concreta”.

 


10/05/2021

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