LA POLIZIA DI STATO DONA UN ULIVO IN MEMORIA DI GIOVANNI PALATUCCI
Una giornata per continuare a coltivare la memoria come un patrimonio culturale condiviso da cui attingere, per costruire un futuro capace di accogliere e custodire l’umano trasformando le tragedie del passato in un monito per il futuro. Questo il senso della cerimonia che si è tenuta oggi presso la Caserma Bevilacqua, sede della Questura di Ferrara, dove è stato piantato, di fianco al cippo commemorativo dedicato ai cittadini ebraici che furono ristretti nella Caserma prima di essere inviati ai campi di concentramento, un ulivo in memoria della figura di Giovanni Palatucci.
Il vice questore Giovanni Palatucci, che si trovò dopo l’otto settembre 1943 a reggere la Questura di Fiume, il 13 settembre 1944 venne arrestato dai militari tedeschi e tradotto nel carcere di Trieste, il 22 ottobre venne trasferito nel campo di lavoro forzato di Dachau dove morì due mesi prima della liberazione, a soli 36 anni.
Il 17 aprile 1955 venne concessa la Medaglia d'Oro alla memoria dall'Unione delle Comunità Israelitiche d'Italia con la seguente motivazione: «Commissario all'Ufficio stranieri della Questura di Fiume, tanto operò in favore degli ebrei e di altri perseguitati, che venne arrestato dai nazisti nel settembre 1944 e deportato in Germania. Le sevizie e le privazioni del campo di sterminio, a Dachau, ne troncarono, alla vigilia della liberazione, la mirabile esistenza. Se al suo nome nello Stato d'Israele sono state dedicate una via e una foresta, gli ebrei d'Italia vogliono anch'essi onorarne il ricordo».
Il 12 settembre 1990 lo Yad Vashem lo riconosce Giusto tra le nazioni.
Il 15 maggio 1995 la Repubblica italiana gli ha conferito la Medaglia d'oro al merito civile con la seguente motivazione: «Funzionario di Polizia, reggente la Questura di Fiume, si prodigava in aiuto di migliaia di ebrei e di cittadini perseguitati, riuscendo ad impedirne l'arresto e la deportazione. Fedele all'impegno assunto e pur consapevole dei gravissimi rischi personali continuava, malgrado l'occupazione tedesca e le incalzanti incursioni dei partigiani slavi, la propria opera di dirigente, di patriota e di cristiano, fino all'arresto da parte della Gestapo e alla sua deportazione in un campo di sterminio, dove sacrificava la giovane vita.»
A lui il Questore ha voluto dedicare la piantumazione di un albero di ulivo, testimone di pace, benedetto dall’Arcivescovo Gian Carlo Perego .
Alla cerimonia hanno partecipato, il Prefetto di Ferrara Michele Campanaro, il Vice Sindaco Nicola Lodi, l’Arcivescovo dell’Arcidiocesi di Ferrara e Comacchio il Presidente della Comunità Ebraica, il Rabbino Capo, l’Arcivescovo dell’Arcidiocesi di Ferrara e Comacchio Gian Carlo Perego , le OO.SS. di Polizia, l’A.N.P.S. e la Prof.ssa Anna Quarzi.
La Prof.ssa Anna Maria Quarzi ha voluto sottolineare l’importanza di poter ricordare Giovanni Palatucci attraverso la piantumazione di un ulivo e la deposizione di una targa “ GIUSTO TRA LE NAZIONI”, citazione utilizzata dopo la seconda guerra mondiale per indicare coloro che, non di religione ebraica, a rischio della propria vita si adoperarono per salvare migliaia di ebrei dalla follia nazista. Ha ricordato come la figura di Giovanni Palatucci si può riassumere in una frase di Anna Harent “ il dovere dell’obbedienza e il dovere verso l’uomo” . Palatucci pose la responsabilità del dovere verso l’uomo a fronte di una legge ingiusta, mettendo a repentaglio la propria vita per salvare degli innocenti.