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LA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA IN EPOCA COVID-19

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LA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA IN EPOCA COVID-19

Non ci si può  fermare ai pericoli del presente ma occorre avere uno sguardo rivolto costantemente alle minacce del futuro, analizzate in chiave mondiale e rese oggi ancor più gravi e fluide dall’inedito scenario emergenziale a cui stiamo assistendo.

Per affrontare il post emergenza e sostenere il piano di ricostruzione che seguirà, tutti gli uffici operativi di Polizia sono già stati attivati affinchè sia costantemente aggiornato il patrimonio info-investigativo sui modus operandi delle organizzazioni criminali, in particolare di quelle di tipo mafioso.

A livello centrale è stato costituito un Osservatorio permanente di monitoraggio ed analisi della criminalità – composto da rappresentanti della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri , della Guardia di Finanza , del Dipartimento della Polizia Penitenziaria, nonché della DIA e della Direzione Centrale per i servizi antidroga-  attraverso la regia del servizio Analisi Criminale della Direzione, che avrà il compito  di elaborare strategie  di prevenzione e contrasto delle possibili infiltrazioni nel tessuto economico-finanziario post-emergenziale.

In questo quadro, lo strumento della cooperazione internazionale di Polizia sarà sempre più strategico, considerata la pandemia che sta travolgendo tutto il mondo e le sempre più ramificate proiezioni internazionali del crimine.

La Direzione Centrale della Polizia Criminale in Italia, attraverso i propri esperti per la sicurezza che operano in 66 Paesi del mondo, ha un monitoraggio quotidiano non solo del quadro delle diverse restrizioni attuate dai vari Stati per contenere la diffusione del virus, ma un costante affaccio sul mondo per conoscere ed analizzare le nuove minacce criminali.

Interpol ha  già diramato  delle “ purple notice “  , cosiddette note viola in cui viene richiamata con urgenza l’attenzione degli Stati membri sui nuovi modus operandi e sui rinnovati obiettivi  della criminalità ai tempi del COVID-19.

Gli allarmi diramati hanno riguardato i nuovi schemi di frode che sfruttano l’emergenza Covid e gli attacchi informatici che possono riguardare infrastrutture critiche.

Nuove truffe con finti operatori o funzionari della sanità si sono registrate in vari Paesi del mondo.

Quanto alle infrastrutture critiche che sono oggi più che mai ospedali e centri di ricerca, un gruppo di hacker noto come Maze, con attacchi ransomware ha colpito, nel Regno Unito , l’Hammersmith Medicines Research, una struttura che in passato ha testato il vaccino contro l’Ebola e che oggi sta lavorando per quello contro il COVID-19.

L’attacco del 14 marzo è stato intercettato ed interrotto con il ripristino dei sistemi senza pagare alcun riscatto.

Per l’Italia esiste una struttura dedicata, il Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle infrastrutture Critiche ( CNAIPIS), chiamato al monitoraggio e alle azioni preventive finalizzate alla tutela delle infrastrutture critiche per evitare che eventuali azioni dolose possano interrompere le catene di forniture di energia elettrica, gas, acqua o possano pregiudicare i sistemi di comunicazione.

Sul versante delle mafie, il  contributo dei cittadini sarà sempre crescente. Questo anche in virtù delle esperienze precedenti in cui alcuni fenomeni sembravano essere fenomeni lontani e poi invece ci siamo accorti che in regioni del Nord Italia come Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna si sono ritrovati individui con le valigette piene di soldi e che aziende locali hanno visto come una opportunità di dare ossigeno alle proprie attività forse anche poter garantire riprese economiche in determinati settori che non riuscivano a sopravvivere tramite circuiti di credito legali.

Date queste esperienze passate, la guardia deve essere alta, e quindi tutti coloro che abbiano la possibilità devono capire che ciò che spesso può apparire come una scorciatoia è invece una modalità con la quale si finisce male.  Non è la risoluzione dei problemi ma l’inizio di un percorso che porta all’usura.

L'emergenza economica e finanziaria  creatasi con il Covid-19  fa lanciare un forte  grido di allarme di possibili infiltrazioni mafiose nell’acquisto di strutture ricettive della costiera emiliana-romagnola in questo momento di crisi attraverso  proposte di offerte di acquisto  al ribasso, oltre alle promesse di denaro cash e accollo dei debiti con le banche.  

In questo senso, speciale attenzione va alle piccole e medie imprese che se non saranno adeguatamente aiutate saranno facile preda delle organizzazioni criminali.

Nella provincia di Ferrara  allo stato attuale non risultano evidenze investigative o giudiziarie di insediamenti organizzativi autonomi  delle quattro mafie storiche. Si può ipotizzare la possibilità che si manifestino fenomeni di penetrazione e di  infiltrazione come accaduto  nel periodo post sisma del 2012, laddove la Prefettura di Ferrara , sulla scorta delle informative della DIA e di tutte le forze di Polizia,  ha emesso  dieci  interdittive , negando l’iscrizione alla white-list provinciale di altrettante aziende medio-piccole che chiedevano di poter lavorare nel ferrarese alla ricostruzione del post terremoto.

Negli ultimi anni si è  registrato la sempre più rilevante ed aggressiva presenza di extracomunitari nigeriani, appartenenti a gruppi cultisti propri del loro Paese d’origine, dediti prevalentemente al traffico di sostanze stupefacenti, sfruttamento della prostituzione oltre che riciclaggio del denaro, provento di delitto, che sono soliti far rientrare in Nigeria. Tali sodalizi, per affermarsi nei territori ove insistono, sono soliti scontrarsi con armi da taglio e machete.

 

Il Questore Capocasa : “ Ci attende un periodo di difficili e delicate sfide che vanno dalla lotta alla criminalità organizzata al soccorso pubblico e all’incolumità di ciascuno di noi, dall’ordine pubblico alla sicurezza delle nostre comunità alla prevenzione e al contrasto di ogni forma di illegalità e di degrado urbano e sociale “.  

 


09/05/2020

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