VILIPENDIO DELLE ISTITUZIONI COSTITUZIONALI LA POLIZIA POSTALE INDAGA
La Polizia di Stato, riceveva attraverso un social network “WhatsApp”, un messaggio contenente due “screenshot” riproducenti le immagini relative a due post pubblicati su “Facebook” riportanti frasi ingiuriose, rivolte al Presidente del Consiglio e al Ministro dell’Interno.
La nota veniva immediatamente inviata alla Polizia Postale, specialità della Polizia di Stato preposta al contrasto delle frodi postali e del crimine informatico, al fine di esplicare ogni accertamento teso ad individuare il responsabile del post diffamatorio.
Gli agenti della Polizia Postale, dai primi rilievi e visioni delle immagini, non riuscivano ad identificare compiutamente il profilo dell’utente facebook, tuttavia attraverso una più accurata analisi di comparazione delle figure presenti sul post, pervenivano ad individuare lo pseudonimo utilizzato da un ferrarese per postare le frasi ingiuriose. Acquisito il profilo dell’utente, gli agenti della Polizia Postale, dopo aver convocato e ascoltato alcune persone che condividevano l’amicizia con l’indiziato, conseguivano le esatte generalità dall’autore e l’indirizzo IP identificativo del dispositivo utilizzato per le pubblicazioni diffamatorie. Pertanto fatte le debite contestazioni, veniva deferito all’A.G. per vilipendio delle istituzioni costituzionali.