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Arrestato il falso “don”, è stato tradito dall’amore

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In manette truffatore, ritenuto autore anche di diversi raggiri online

Probabilmente tradito dall’amore per una donna cinese. La Polizia di Stato ha messo così fine alla truffa del falso “don”  e anche a molti altri raggiri commessi online negli ultimi mesi.

Le manette sono scattate per il pregiudicato ferrarese di 46 anni, con una condanna ancora da scontare per intero.

La Squadra Mobile era da tempo sulle sue tracce, ma era molto difficile trovarlo. Fino a che non è arrivata al 113 una chiamata che segnalava la presenza di un uomo armato che usciva dalla torre B del Grattacielo. Una chiamata proveniente da uno dei 4 telefoni cellulari posseduti dall’uomo e da una delle 30 schede telefoniche attive e da lui registrate.

Un passo indietro. Il truffatore era in affidamento ai servizi sociali proprio nell’associazione dell’autentico “don” come misura alternativa al carcere per una precedente condanna, ma dal 5 maggio risulta irreperibile. Il 14 giugno arriva la misura del carcere viene ripristinata e da lì in poi diventa un latitante ma, per sopravvivere continua a fare ciò che meglio gli riesce: truffare.

Chiamate a circa una quindicina di preti non solo a Ferrara, ma anche a Ravenna e Bologna, spacciandosi per il don dell’associazione– sempre con la scusa di dover aiutare una famiglia in difficoltà – per farsi accreditare soldi nel proprio conto corrente con la promessa che poi sarebbero stati girati a chi di dovere. Alcuni ci sono cascati, forse anche per i toni che a volte si avvicinavano a quelli di un estorsore e non solo di un truffatore, altri no, forse allarmati dal clamore mediatico di una truffa ormai scoperta. Chiede cifre che variano dai 600 ai 2mila euro.

Ma non basta: nelle mani della Squadra Mobile passano circa una decina di denunce da tutta Italia – Roma, Pesaro, Pavia, Trento, Como e altre province – per alcune truffe commesse online: vendeva iPhone a 350-400 euro, si faceva pagare e poi spariva senza spedire alcunché. Usava anche degli alias, come Fausto, e diversi numeri di telefono.

Gli inquirenti si mettono sulle sue tracce, sanno che si muove con uno scooter, ma non riescono ad acciuffarlo. Il ricercato sa come comportarsi: si muove a Ferrara ma anche nella Marina di Ravenna e quella Romea, preleva i soldi in vari punti, si fa fare gli accrediti tramite dei vaglia postali pagabili esibendo una password.

Negli ultimi mesi ha messo a segno truffe per circa 10mila euro.

Poi quella chiamata dal grattacielo, due settimane fa, da un certo Fausto. La Squadra Mobile risale al numero, è intestato al ricercato, e lo tengono d’occhio, scoprono che ha effettuato un prelievo in zona, in via Darsena, finché l’utenza non viene nuovamente localizzata in zona Grattacielo. Gli agenti si recano subito sul posto, lo vedono parcheggiare lo scooter, proprio vicino all’ufficio postale che sta a due passi dalle torri. Si avvicinano per fermarlo, prova a scappare, ma l’agilità non è il suo forte. Viene arrestato e finge di sentirsi male, fa finta di svenire, lamenta dolori. Viene chiamata un’ambulanza, i controlli dicono che va tutto bene.

Tradito dall’amore dicevamo. Quella chiamata dal Grattacielo pare fosse un tentativo di far uscire la donna di cui si era innamorato dal giro della prostituzione. Il suo passo falso per una buona intenzione.

Ora è di nuovo in carcere, deve scontare la pena residua di un anno e cinque giorni e a breve dovrà rispondere di tutte le truffe a lui attribuite negli ultimi mesi

 


30/07/2016

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