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Collaborazione con le Forze di Polizia – Medicina vincente per sconfiggere i truffatori

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Grazie all’intuito degli impiegati dell’ufficio postale, è stato sventato un tentativo di truffa ad una anziana signora

Nella mattina di ieri il direttore dell’ufficio postale di Piazzale Palestina richiedeva l’intervento della Polizia di Stato, in quanto insospettito dal comportamento anomalo di una propria correntista, una signora di una certa età, che presentatasi in agenzia aveva chiesto all’impiegata di prelevare una grossa somma di denaro dal proprio conto corrente. L’ingente quantità di danaro e il fatto in sé talmente anomalo, poiché l’anziana donna non aveva mai effettuato prelievi di tale portata, sono stati i motivi che hanno fatto scattare il “campanello d’allarme” della solerte e attenta impiegata la quale si consultava per uno scambio di opinioni con il direttore dell’Agenzia. Quest’ultimo decideva di prendere in mano la situazione per vederci chiaro scoprendo che la donna era stata contattata da un fantomatico “avvocato” il quale le aveva chiesto del denaro per togliere suo figlio da un grosso guaio.

 

Il dirigente avuta conferma della tentativo di truffa richiedeva l’intervento di personale di Polizia che dopo aver rassicurato la donna sulle sorti del figlio l’accompagnata presso la propria abitazione.

 

L’episodio offre lo spunto per  ringraziare gli impiegati delle Poste Italiane che hanno intuito l’attuazione della truffa in danno della anziana signora, perdendo un minuto per parlare con la signora ed evitando una dramma e mettere in guardia gli anziani.

La truffa messa in atto  utilizza come base sempre la stessa "risorsa": la debolezza e la fragilità psicologica delle proprie vittime. La banda pianifica la truffa cercando di conoscere la composizione della famiglia della vittima ed il suo numero di telefono.

A questo punto scatta una telefonata che scatena l'ansia dell'anziano: colui che chiama si finge avvocato e racconta alla vittima che suo figlio, o un congiunto comunque esistente, è stato fermato dalla Polizia o dai Carabinieri a seguito di un reato (magari un omicidio colposo in un incidente stradale); questo "avvocato" aggiunge poi che per rimettere in libertà la persona fermata serve una cauzione, un istituto in realtà inesistente nel sistema processuale penale italiano.

A seconda del tipo di risposta più o meno agitata, espressa dalla vittima, scatta la richiesta di una somma di denaro da ritirare direttamente al domicilio del truffato da una "persona di fiducia". Se l'anziano al telefono dichiara di non avere contanti, i ladri non si danno per vinti e chiedono la consegna di preziosi da far valutare da un perito e da convertire in denaro.

La difficoltà delle indagini sta nel fatto che la presenza fisica del truffatore vicino al truffato è ridotta al minimo: pochi istanti utili per la consegna dei soldi, mentre il grosso della truffa viene svolta al telefono.

Diventano così minime le opportunità di cogliere in flagranza i malviventi senza la collaborazione della potenziale vittima. Ricordiamo quindi a tutti che le forze dell'ordine non chiedono denaro da ritirare a domicilio e che la cauzione in Italia non esiste. In caso di qualunque dubbio non bisogna esitare e chiamare subito i numeri del pronto  intervento 113 o 112. 


09/07/2016

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