Sempre in prima linea il personale dell’Ufficio Immigrazione della Questura e non solo per le attività relative al rilascio e rinnovo dei permessi per i cittadini stranieri residenti nella nostra provincia ma anche per il contrasto alla criminalità stanziale ed in transito nel territorio fermano.
Impegno costante e quotidiano a servizio della collettività sia per garantire la serenità familiare e lavorativa ai cittadini extracomunitari stabilmente domiciliati nei nostri comuni sia per affrontare, da circa un mese, le esigenze dei profughi dell’emergenza umanitaria determinata dalla guerra in Ucraina in perfetta sinergia con la Prefettura, l’Asur e gli altri Enti coinvolti, a vario titolo e nel rispetto delle specifiche competenze, nell’accoglienza.
Umanità, comprensione e professionalità sono le caratteristiche delle donne e degli uomini della Polizia di Stato dell’Ufficio Immigrazione nell’affrontare le situazioni, anche difficili, connesse ai fenomeni migratori che consentono sempre più, anche nelle Marche, la crescita economica e sociale delle comunità.
E la medesima determinazione e unicità di intenti è applicata nei casi di cittadini extracomunitari irregolari sul territorio nazionale, nei confronti dei quali vengono attivate le procedure previste dalle normative vigenti concernenti i decreti di espulsione del Prefetto e gli ordini del Questore di lasciare l’Italia.
Provvedimenti amministrativi espulsivi, seguiti passo per passo dall’Ufficio Immigrazione, che possono essere considerati quasi una misura di prevenzione poiché gli stranieri irregolari, non avendo un titolo di soggiorno per svolgere attività lavorative lecite, sono spesso utilizzati quale manovalanza per la commissione di reati, soprattutto predatori e connessi allo spaccio di sostanze stupefacenti.
Le Forze di polizia del territorio fermano hanno, nell’Ufficio Immigrazione della Questura, un preciso riferimento in caso di rintraccio di soggetti non in regola con le norme sul soggiorno in Italia non solo nel corso delle ordinarie attività di controllo del territorio ma anche a seguito della dimissione dal carcere di Fermo.
Sono due aspetti tra loro diversi ma le due strade convergono entrambe nella stessa direzione, quella che porta all’Ufficio Immigrazione.
Una giornata normale per quell’Ufficio della Questura, quella di martedì scorso, nel pomeriggio della quale il personale ha affrontato e risolto quattro situazioni che hanno portato al provvedimento di espulsione dal territorio nazionale di altrettanti stranieri irregolari due dei quali sono stati accompagnati ad un C.P.R. per il successivo rimpatrio nel Paese di origine.
I primi due sono due giovani nordafricani, fermati e controllati dalla Volante nel corso degli ordinari controlli a Porto San Giorgio; un ventenne ed un trentenne algerini mai identificati nel nostro territorio provinciale con piccoli precedenti alle spalle per reati contro il patrimonio, certamente nuova manovalanza per la commissione di reati che aveva tentato di insediarsi nel fermano.
Accompagnati in Questura, dopo i necessari accertamenti amministrativi sono risultati non in regola con le norme sul soggiorno e gli sono stati notificati il decreto di espulsione del Prefetto e l’ordine del Questore.
Di diversa e maggiore caratura sono gli altri due cittadini irregolari usciti dal carcere di Fermo dopo aver scontato la pena per i loro delitti o la misura cautelare disposta dall’Autorità Giudiziaria; ma ad attenderli oltre le porte non c’erano solo parenti ma anche le Forze di polizia.
Il primo, accompagnato in Questura da militari dell’Arma dei Carabinieri era un quarantenne esteuropeo con precedenti per gravi reati, tutti commessi nel fermano; reati che “spaziano” dalla violenza sessuale alle lesioni aggravate, dalla rapina agli atti persecutori, dalla resistenza a pubblico ufficiale allo spaccio di sostanze stupefacenti. L’uomo, ricercato per scontare le prime condanne inflittegli dal Tribunale, aveva fatto perdere per alcuni anni le proprie tracce per tornare, imprudentemente, nel locus commissi delicti, dove è stato arrestato e condotto in carcere per scontare i giudicati penali a suo carico. All’uscita, breve tragitto fino in Questura e poche ore dopo, altro viaggio, questa volta più lungo, fino ad un Centro di Permanenza accompagnato da personale della Questura e dal quale sarà rimpatriato nel Paese di origine.
Il secondo, un trentenne cittadino comunitario; a suo carico delitti contro il patrimonio e contro la persona, oltre al favoreggiamento della prostituzione, commessi in altre realtà del centro Italia e tratto in arresto in esecuzione di una misura cautelare per reati aggravati dall’associazione a delinquere. Riconosciuti nei suoi confronti i motivi imperativi di pubblica sicurezza che determinano la possibilità del trattenimento anche di un cittadino comunitario presso un C.P.R., all’uomo, come al precedente, è stato notificato l’ordine di trattenimento del Questore e, poche ore dopo, ha raggiunto il primo presso il Centro per il Rimpatrio.