Le cronache nazionali riportano purtroppo sempre più frequentemente casi di violenza di genere, di maltrattamenti, di lesioni subìte la maggior parte delle volte da donne ad opera di partner, di ex, di componenti del nucleo familiare ma sono in numero notevolmente superiore gli episodi di prevaricazione, di vessazione, di violenza e minaccia morale, fisica e economica che non assurgono agli “onori della cronaca”, sia per le indagini di polizia giudiziaria in corso ma ancor più spesso perché nascoste tra le mura domestiche o per il timore di denunciare tali comportamenti, di perdere definitivamente un rapporto che si spera di poter “aggiustare”, di dover ricominciare da capo una nuova vita della quale non si riesce a vedere il futuro.
Ma un rapporto sentimentale, affettivo, familiare non è un meccanismo che si può riparare da soli, ci vuole la volontà di entrambe le parti, il coraggio di mettere in discussione i propri comportamenti, il rispetto della libertà altrui e molto spesso anche quello di sé stessi.
Casi frequenti, sempre più frequenti, anche nella nostra provincia che vengono in superficie sia per la decisione delle vittime sia per la sempre maggiore attenzione di tutte le Forze di polizia nel segnalare situazioni che apparentemente sembrano risolversi con il solo primo intervento delle pattuglie a seguito di richiesta della vittima di un abuso o dei vicini di casa allertati da una lite nell’appartamento vicino.
Anche se la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne è il 25 novembre, ogni giorno deve essere ricordato che gli atti di violenza e minaccia devono essere denunciati e che uscire dalla spirale di soggezione è possibile con coraggio e fiducia nelle Istituzioni; Forze di polizia e Autorità Giudiziaria sono costantemente attente alle richieste di intervento, di aiuto, anche psicologico, e il legislatore ha prodotto norme che rendono disponibili strumenti di carattere amministrativo e giudiziario che possono consentire un’efficace tutela delle vittime.
E compito delle Istituzioni è anche quello di ricordare che uscire dalla spirale di violenza è possibile, riportando non solo i casi con esito ferale ma anche quelli che hanno avuto un risultato positivo grazie al coraggio ed alla fiducia nella Polizia di Stato di chi l’ha subita, prima che fosse troppo tardi.
Pochi giorni ma di intenso lavoro delle donne e degli uomini della Divisione Anticrimine della Questura di Fermo, tre casi affrontati in poco meno di 20 giorni dai quali, al termine del procedimento, sono scaturiti i provvedimenti dell’Ammonimento del Questore. Nello stesso arco temporale, altri casi analoghi analizzati ma che, a seguito della notifica al vessatore dell’avvio del procedimento amministrativo, il soggetto ha terminato i suoi comportamenti di prevaricazione, ha compreso il disvalore dei danni prodotti dai suoi atti e le gravi conseguenze personali nel caso li avesse proseguiti.
Il primo caso, su richiesta della vittima anche per la tutela dei figli minori, l’Ammonimento irrogato ad un uomo poco più che trentenne in fase di separazione giudiziale che ha messo in atto comportamenti aggressivi, di umiliazione ed oltraggiosi nei confronti della moglie e dei minori, senza rispettare né la loro libertà né le prescrizioni previste dal Tribunale negli atti della separazione. Timore per la propria incolumità fisica, paura per una libertà di movimento e di vita costretta dalle angherie dell’uomo e dal suo senso di dominio hanno determinato la donna a presentare istanza della misura di prevenzione che dopo i necessari accertamenti e l’avvio del procedimento è stata decisa dal Questore di Fermo per la salvaguardia della serenità della vittima e dei suoi figli.
Il secondo caso è quello di una delle tante relazioni affettive finite, al termine della quale una delle parti, come spesso succede l’uomo, non ha accettato di essere stato lasciato e ha iniziato a mettere in atto una serie di comportamenti vessatori sperando inutilmente, in tal modo, di ricostruire un rapporto senza futuro, di convincere la partner della sua esclusività. Una “tempesta” di telefonate e di messaggi sul cellulare e ad ogni ora del giorno e della notte anche con “velate” minacce nel caso la donna non avesse accettato la sua disponibilità a ricominciare la loro storia, il postare sui social le immagini della loro vita passata come a voler ribadire l’ineluttabilità della loro passione, alcuni appostamenti sotto casa tipici dello stalker.
Tutta una serie di indizi, di elementi che hanno provato i comportamenti persecutori dell’uomo al quale, dopo l’avvio del procedimento che non è stato sufficiente a fargli comprendere i suoi errori, è stato notificato l’Ammonimento.
Il terzo caso, ultimo solo per questo report, quello evidenziato da un intervento della volante della Questura che è accorsa a seguito della richiesta per un violento alterco in ambito familiare. Anche in questo caso un uomo, di circa 35 anni, che nell’occasione si era scagliato con violenza contro la moglie ed altri familiari presenti in quel momento nella loro abitazione, danneggiando mobili e provocando una lieve lesione ad una delle donne.
Come ricostruito dai poliziotti, non era la prima volta che il soggetto aveva tenuto comportamenti irosi, minacciosi e violenti in ambito familiare ma l’escalation, quella sera, aveva determinato le vittime a richiedere l’intervento della Polizia di Stato.
Acquisite e verbalizzate le dichiarazioni dei presenti, anche relativamente ai fatti pregressi, è stato adottato, d’urgenza proprio per la violenza evidenziata, il provvedimento dell’Ammonimento che, come più volte ricordato, diffida l’autore degli atti vessatori dal proseguire i suoi comportamenti persecutori e dal quale derivano, in caso di violazione delle prescrizioni, conseguenze penali di rilievo, quali la denuncia d’ufficio all’Autorità Giudiziaria, l’arresto in flagranza e l’aumento della pena.