Personale della Squadra Mobile ha rilevato in un appartamento dei “palazzoni” di Lido Tre Archi la presenza di un giovane nordafricano irregolare che si era già distinto per la commissione di alcuni reati nella nostra fascia costiera.
E non finisce qui.
Così sarebbe potuto finire il comunicato della Questura del 4 maggio relativo agli ultimi controlli della Polizia di Stato nel quartiere di Lido Tre Archi.
Sì, perché quando si parla di attività di prevenzione non ci si riferisce solo al presidio del territorio, all’identificazione di persone, alla verifica amministrativa dei veicoli in sosta ed in transito, al controllo delle segnalate occupazioni abusive, ad accertamenti su esercizi pubblici, al contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti o ai reati predatori – come il recupero e la riconsegna della vettura rubata due ore prima a Porto San Giorgio e la denuncia per ricettazione del conducente – ma la prevenzione consiste anche e soprattutto nell’acquisizione di informazioni sul posto, in accertamenti sullo stato dei luoghi e nella successiva organizzazione di interventi mirati, “chirurgici”.
E dal servizio di controllo effettuato il 3 maggio, dall’analisi delle informazioni e dei dettagli acquisiti e verificati nel quartiere in quella data, il personale della Squadra Mobile ha rilevato, in un appartamento dei “palazzoni” di Lido Tre Archi la presenza di un giovane nordafricano irregolare che si era già distinto per la commissione di alcuni reati nella nostra fascia costiera.
Lo straniero, intercettato già a metà aprile e colpito dal decreto di espulsione del Prefetto e dall’ordine del Questore di lasciare il territorio nazionale notificatigli dall’Ufficio Immigrazione, non vi aveva ottemperato ma aveva trovato rifugio nella abitazione di una cittadina italiana residente nel quartiere.
Domicilio temporaneo, fino al blitz della Polizia di Stato avvenuto nella mattina di ieri. Ancora semi addormentato, il giovane è stato accompagnato in Questura presso la quale il personale dell’Ufficio Immigrazione ha avviato le procedure per il suo rimpatrio nel Paese di origine.
Anche questa è attività di prevenzione. Il giovane proveniente dalla Sicilia, infatti, si stava già evidenziando nella nostra provincia per guadagnarsi uno spazio nei vuoti lasciati dai soggetti dediti ad attività delinquenziali seriali attualmente detenuti o sottoposti a misure limitative della libertà personale irrogate dall’Autorità Giudiziaria o dal Questore di Fermo - per le misure di prevenzione -, a seguito degli interventi del personale della Polizia di Stato e dei militari dell’Arma dei Carabinieri.
Prevenzione è fermare tali soggetti prima che possano acquisire l’egemonia in un luogo come Lido Tre Archi.
Il risultato dell’attività svolta dall’Ufficio Immigrazione è stato quello di ottenere un posto ad un C.P.R. nel territorio nazionale nel quale il giovane straniero è stato accompagnato nel pomeriggio di ieri e dal quale nei prossimi giorni farà rientro nel suo Paese, evitando così che possa continuare a delinquere nel nostro.
Lo stesso destino è toccato, qualche giorno fa al trentenne esteuropeo, al quale era stato rifiutato il permesso di soggiorno per motivi familiari, richiesto in quanto padre di un minore del quale si era tuttavia disinteressato dalla nascita. Sempre nella giornata di ieri, presso il C.P.R. che lo ospita, il giudice ha convalidato il dispositivo di trattenimento emesso dal Questore di Fermo, confermando per la terza volta la validità delle minuziose attività di accertamento svolte dal personale dell’Ufficio Immigrazione in merito all’espellibilità dello stesso. Tra pochi giorni sarà accompagnato nel suo Paese impedendogli di continuare a commettere i furti in abitazione che era solito perpetrare.
L’attenta attività di prevenzione consente questi risultati, ma non finisce qui.