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“QUESTO NON È AMORE”

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questo non è amore

“QUESTO NON È AMORE” I DATI DEL FERMANO

Oggi si rinnova la ricorrenza della “Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”.

Il fenomeno della violenza contro le donne non ha confini ed è presente anche nel nostro territorio provinciale, come rilevato dalle analisi della Polizia di Stato, ma nei confronti di questi odiosi reati è sempre maggiore l’impegno delle Forze di Polizia e di tutti i soggetti ed associazioni ai quali le normative attribuiscono specifici compiti di intervento quali l’Autorità Giudiziaria, i Servizi sociali ed i Centri antiviolenza.

Come già detto ieri si tratta di una rete che supera la singola funzione creando un’azione sinergica che ha come unico fine la tutela delle vittime di maltrattamenti ed abusi.

I numeri possono rendere solo in parte quanto le donne hanno subìto poiché dietro ad ogni caso c’è sofferenza fisica e psicologica, paura di denunciare anche il minimo fatto di violenza, incredulità per il comportamento del partner, speranza che si tratti di un (ulteriore) fatto isolato, timore di perdere affetti e situazioni che si pensavano positivamente consolidate, terrore della solitudine.

Nelle statistiche i cosiddetti “reati spia” relativi alla provincia di Fermo, evidenziano un calo, nel periodo gennaio-settembre 2019 rispetto al medesimo arco temporale dell’anno in corso, di alcuni delitti mentre un aumento di altri comportamenti violenti.

In particolare, le denunce per atti persecutori passano da 27 a 16 casi mentre i reati di maltrattamenti in ambito familiare, commessi contro famigliari e conviventi aumentano da 34 a 38 come da 4 a 9 casi quelli di violenza sessuale.

Dati in sensibile aumento, quindi, che rivelano anche maggiore coscienza e forza delle vittime di segnalare gli abusi, una costante rivoluzione culturale che nasce dalla consapevolezza che c’è qualcuno che ti può aiutare efficacemente e che non si può continuare a subire passivamente.

Soprattutto al termine del lockdown gli operatori della Questura sono stati spesso chiamati per interventi relativi a liti in ambito familiare dall’analisi delle quali si sono rilevati casi di maltrattamenti e di violenze che i divieti di spostamento e il periodo di “clausura” avevano confinato tra le pareti domestiche, senza consentire la denuncia, la richiesta di aiuto, l’adozione di misure di prevenzione o cautelari.

Certamente la situazione è stata ulteriormente aggravata dalle difficoltà economiche determinate dall’emergenza sanitaria ma niente e nessuno può giustificare gli atti di violenza.

Ma di fronte all’incremento dei casi immediata è stata la risposta della Polizia di Stato.

Le numerose situazioni affrontate dalla Squadra Mobile in base alle norme del “Codice Rosso”, hanno consentito all’Autorità Giudiziaria di intervenire con immediatezza per interrompere la prosecuzione dei reati attraverso l’emissione di misure cautelari come il divieto di avvicinamento o gli arresti domiciliari fino alla custodia cautelare in carcere.

Infatti gli strumenti giuridici ci sono e la loro graduale applicazione consente di raggiungere ottimi risultati di tutela.

È di ieri la sottoposizione ad un provvedimento di Sorveglianza speciale disposto dal Tribunale distrettuale su richiesta del Questore, da parte della Divisione Anticrimine, di uno straniero che si è reso responsabili di continui atti di violenza fisica nei confronti della compagna che lo aveva denunciato ma anche, successivamente, ritirato le querele.

Recentemente, durante un ennesimo ingiustificato eccesso d’ira, la aveva colpita causandole gravi lesioni.

Come previsto dalle normative che attribuiscono al Questore di intervenire a tutela della donna anche in assenza di una espressa volontà della vittima, gli operatori della Squadra Mobile hanno raccolto tutti gli elementi che hanno determinato l’Autorità Giudiziaria ad emettere un provvedimento che limita fortemente la libertà di movimento dello straniero.

Ed ancora, l’emissione della misura di prevenzione dell’Ammonimento del Questore nei confronti di un cinquantenne dell’entroterra Fermano che è stato riconosciuto responsabile di una serie di atti persecutori nei confronti di una donna coetanea che ha vessato nascondendosi dietro messaggi sul cellulare e facendosi vedere sotto la sua abitazione, causandole ansia e timore per la propria incolumità.

Non ultima, la recente sottoposizione agli arresti domiciliari dell’uomo che aveva in più occasioni violato il divieto di avvicinamento alla donna che perseguitava, come già comunicato il 17 novembre scorso.

Una serie di casi, di interventi e di possibili azioni di tutela che devono creare nelle donne maltrattate la convinzione che “È possibile uscire da questa spirale di violenza”.

Anche quest’anno, il 25 novembre, la Polizia di Stato ha rinnovato la campagna di informazione “Questo non è Amore” che, a causa della pandemia ha connotazioni differenti rivolgendosi ai cittadini nel rispetto del distanziamento sociale e utilizzando principalmente i social media, per essere, comunque, Sempre Vicini.

Gli opuscoli della campagna di informazione, questa mattina, saranno distribuiti alla sede del Comune, ai Centri commerciali, ad alcuni esercizi pubblici ed è pubblicato sul sito web della Polizia di Stato, www.poliziadistato.it.

 

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L’opuscolo “Questo non è Amore”.


25/11/2020

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