Nel pomeriggio di mercoledì 31 ottobre u.s, la Polizia di Stato ha eseguito a carico di M.G.P., ennese, classe 1976, noto alle forze dell’ordine per reati analoghi, la misura cautelare personale del divieto di dimora a Enna, a seguito del provvedimento emesso dalla Procura della Repubblica di Enna che coordina le indagini, poiché resosi responsabile di atti persecutori nei confronti di un dipendente di una concessionaria di auto. gli uomini della Squadra Mobile di Enna
In particolare, l’uomo avrebbe perseguitato non solo la vittima ma anche i suoi familiari nonché i suoi colleghi e gli altri dipendenti della concessionaria.
Tutto scaturito da una diatriba contrattuale sul noleggio di un auto, che si sarebbe trasformata ben presto in un incubo per il dipendente della ditta.
Infatti, spacciandosi per pericoloso esponente mafioso, lo stalker si sarebbe più volte presentato sui luoghi di lavoro della vittima, in più sedi della regione, e anche su quelli frequentati dai familiari, con al seguito gli immancabili due doberman affinché le minacce fossero colorite da un effetto più scenico.
Frasi come «ti faccio fare fuori con la lupara bianca», «ti faccio scogliere nell’acido», «tu non sai contro chi ti sei messo!», «Non ho paura di sbirri e carabinieri!», «Io in carcere ci sono già stato!» venivano ripetute frequentemente anche più volte al giorno, telefonicamente o dal vivo.
La vittima e i propri familiari, nonché i colleghi dello stesso, vivevano ormai da circa due mesi in un profondo stato d’ansia. Ma soltanto negli ultimi giorni avevano avuto il coraggio di fare una nuova e più articolata denuncia, ormai afflitti dalla situazione asfissiante.
Pare che lo stalker trascorresse intere giornate in continue minacce e atti intimidatori contro la vittima.
Così, una volta emesso, in tempi brevissimi, il provvedimento dell’Autorità Giudiziaria di divieto di dimora a Enna, i poliziotti della Squadra Mobile si sono subito messi alla ricerca dell’uomo, per impedire ulteriori atti intimidatori.
Inizialmente il soggetto ha pure finto di non essere presente in casa, ma i poliziotti hanno allora effettuato un falso ripiegamento, appostandosi nei pressi dell’abitazione. Dopo pochi minuti l’uomo è uscito e i poliziotti lo hanno subito bloccato. Diceva a sé stesso, forse pensando di intimorire i poliziotti: «M.G. stai calmo! M.G. stai calmo!».
Qualora lo stesso trasgredisse all’odierna misura cautelare personale andrebbe incontro ad un probabile aggravio in carcere, ancor prima del processo.