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Enna, Mettono a segno un grosso furto ai danni di un’attività commerciale di abbigliamento ubicata nella parte bassa della città.

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Pizzo a Patti

Nella notte scorsa,  gli uomini della Squadra Mobile di Enna, unitamente i colleghi dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico ed ai colleghi del Reparto Prevenzione Crimine Sicilia Orientale, hanno arrestato B.V., classe 1990, catanese con precedenti giudiziari e di polizia per reati contro il patrimonio, anche con condanne passate in giudicato, ed attualmente sottoposto alla misura di prevenzione dell’Avviso Orale del Sig. Questore di Catania ex art. 3 D.lgs nr. 159/2011; I. S., classe 1966, catanese, con precedenti giudiziari e di polizia per reati contro il patrimonio; P. D., classe 1987, catanese; M. F., classe 1986, catanese, con precedenti giudiziari e di polizia per reati contro il patrimonio, anche con condanne passate in giudicato; poiché colti nella flagranza dei reati di furto pluriaggravato in concorso, ex art. 110, 112, comma 1, nr. 1, 61 comma 1, nr. 5,  624 e 625 comma 1, nr. 2, 5 c.p., ai danni di un’attività commerciale, ubicata in Enna Bassa, avendo asportato un furgone di proprietà della medesima ditta, caricandovi numerosi capi d’abbigliamento provenienti da quell’esercizio commerciale; nonché del reato di cui all’art. 4 L. nr. 110/1975, essendo stati trovati in possesso di oggetti atti ad offendere fuori dalla propria abitazione.

 

I FATTI

In particolare, nell’ambito dell’implementazione dei servizi di controllo del territorio e di contrasto ai reati contro il patrimonio, e comunque afferenti la c.d. criminalità diffusa -  disposta dal Sig. Questore della provincia di Enna Dott. Antonino Pietro ROMEO -  i poliziotti  della Squadra Mobile, dell’U.P.G.S. e del Reparto Prevenzione Crimine procedevano a monitorare le vie di accesso alla città di Enna, allo scopo di prevenire la commissione di reati predatori, nottetempo.

In tale contesto, i poliziotti  della Volante procedevano al controllo di un furgone che, nella circostanza, appariva carico di merce/materiale, avendo la parte posteriore vistosamente abbassata. Intimato l’alt al veicolo, il soggetto alla guida del mezzo proseguiva la marcia, fuggendo in direzione autostrada, ma veniva bloccato dai poliziotti dopo qualche chilometro.

Il furgone era preceduto da una autovettura, che un secondo equipaggio del Reparto Prevenzione Crimine Sicilia Orientale, intercettava con a bordo tre degli odierni arrestati.

Iniziate immediatamente le indagini per ricostruire i fatti, si appurav  che il furgone risultava carico di capi di abbigliamento, asportati poco prima, come lo stesso furgone  da un’attività di Enna Bassa. Dal sopralluogo effettuato presso il negozio si accertava che il cancello e le successive porte erano state forzate ed i locali commerciali erano completamente svuotato dai capi di abbigliamento e messi a soqquadro.

Il furgone invece era completamente pieno di sacchi di plastica, contenenti capi di abbigliamento, oltre quattromila e cinquecento pezzi, per un valore di circa 120.000,00 Euro. All’interno del predetto furgone, altresì, si rinveniva un piccone artigianale, ed un cacciavite, attrezzi verosimilmente utilizzati dai malviventi per l’effrazione delle porte di accesso allo stabile, che venivano sequestrati dai poliziotti, anche in ordine alla contestazione del reato di cui all’art. 4 L. nr. 110/1975.

In considerazione di quanto cristallizzato dagli investigatori, ed inoltre nella considerazione: della gravità dei fatti che si desume dalla particolare organizzazione messa in atto per finalizzare il colpo, che vedeva coinvolti diversi malavitosi, l’utilizzo di diversi veicoli, e venivano portati al seguito strumenti effrazione; dei numerosi precedenti di polizia e giudiziari, di alcuni degli indagati; della condotta tenuta dai medesimi, che di fronte al controllo di polizia, per sottrarvisi iniziavano una precipitosa e pericolosa fuga, percorrendo ad alta velocità la strada che dall’esercizio commerciale conduce allo svincolo autostradale della A19, vanificata soltanto dall’intervento congiunto di più unità operative che li bloccavano; delle circostanze di tempo e di luogo, ed in particolare dall’orario notturno; i fermati venivano dichiarati in arresto.

            Alla luce dell’attività di indagine, i tre soggetti catanesi venivano arrestati in flagranza di reato, e su disposizione dell’Autorità Giudiziaria procedente, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Enna, che coordina le indagini nella persona del dott. Francesco Augusto RIO, venivano accompagnati presso le rispettive abitazioni, in Catania, per rimanervi, in regime di arresti domiciliari.


07/03/2017

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