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Enna: fidanzato geloso denunciato per simulazione di reato

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polizia

Giovani fidanzati si rivolgono alla Questura di Enna in seguito a molestie e minacce telefoniche ed informatiche. Lui lamenta persino un’aggressione fisica ad opera di sconosciuti. I fatti, però, lo smentiscono, così il giovane ritratta dicendo che quanto accaduto è opera sua e frutto della sua fantasia per mettere in cattiva luce potenziali rivali in amore.

Gli uomini della Squadra Mobile di Enna, diretti dal Vice Questore Aggiunto  dott. Gabriele Presti, hanno denunciato in stato di libertà un giovane, classe 1992, resosi responsabile del reato di simulazione di reato e molestie con mezzo di sistemi informatici, di cui agli artt. 367 e 660 del c.p., asseritamente posti in essere nei suoi confronti.

 

I FATTI

 

Nei giorni scorsi, una giovane sporgeva denuncia presso la Questura di Enna in quanto vittima di continue minacce e telefonate anonime. In particolare, la ragazza raccontava ai poliziotti ennesi come, dopo una lunga relazione amorosa con un coetaneo, decideva di prendersi una pausa di riflessione, iniziando a frequentarsi con un altro giovane. Dopo qualche tempo però, ritornava dal suo primo fidanzato. Da lì la ragazza raccontava agli agenti come avesse cominciato a ricevere telefonate anonime e minacce via social network. La situazione pareva configurare una ipotesi di stalking e la giovane decideva di rivolgersi alla Polizia di Stato in cerca di protezione.

Successivamente, anche il fidanzato con cui la ragazza aveva riallacciato il rapporto si presentava in Questura, lamentando di avere subito ripetute anonime minacce, telefoniche ed attraverso mezzi di comunicazione informatica, e persino una aggressione da parte di fantomatici soggetti incappucciati che gli avrebbero causato lesioni.

Il personale della Squadra Mobile di Enna, investito del caso dai colleghi dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, si attivava per procedere alle prime indagini alla ricerca del violento “stalker” e, al tempo stesso, si preoccupava di rassicurare i due giovani.

Tuttavia, il racconto del fidanzato, non convinceva gli investigatori ennesi, che anzi mettevano in rilievo alcune incongruenze. A questo punto anche il giovane, colto dal senso di colpa e, resosi conto della gravità del suo racconto e delle possibili conseguenze, decideva di raccontare tutta la verità ai poliziotti, dicendo che in riferimento all’aggressione subita si era inventato tutto e che le molestie telefoniche ed informatiche alla sua ragazza erano sua opera, causate dalla gelosia, e dalla volontà di mettere in cattiva luce un fantomatico “rivale”.

A quel punto, i poliziotti, acquisita la confessione del giovane, comparandola poi anche con le risultanze degli accertamenti della complessiva indagine, lo deferivano, in stato di libertà, alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Enna, sia per la simulazione del reato che delle molestie alla fidanzata. 


03/08/2016
(modificato il 09/08/2016)

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